Paola, Cetraro e Scalea: il “triplete” del Gallo cedrone

Il “triplete” del Gallo cedrone. Cetraro, Scalea, Paola: tutti a casa

Siamo stati facili profeti quando dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Cetraro abbiamo previsto lo scioglimento anche di Scalea e Paola. Queste tre comunità politiche hanno dimostrato di saper respingere l’arroganza del potere regionale che in queste tre città del Tirreno tentava di condizionare le pubbliche amministrazioni. E la prova del nove è arrivata dalle urne: a Cetrato ha vinto Aieta, a Scalea ha vinto Russo e a Paola ha vinto Perrotta. Chi pensava di vincere facendo “campagna acquisti” l’ha presa in quel posto. Parliamo ovviamente del Gallo cedrone ma anche di Occhiuto perché dietro le manovre del gallinaceo c’era e c’è sempre Robertino…

La slavina ha preso avvio da Cetraro dove la capacità delle opposizioni è riuscita a fare breccia in quei consiglieri comunali di maggioranza che ad uno la volta sono passati nelle file delle opposizioni. Ha iniziato Giovanni Rossi, professionista stimato, la cui defenestrazione dal Flag ha scatenato l’inferno. Una defenestrazione avvenuta per cooptare dalla minoranza alla maggioranza di Cetraro, la signora del Flag, Gabriella Luciani. Ma a Cetraro, fino a quando non era intervenuto il Gallo cedrone insieme a Mimmo Bevacqua alias Chiù Chiù, nessuno aveva in mente la sfiducia a Cennamo. Tuttavia proprio in quel preciso momento storico è intervenuto il Gallo cedrone che con una dichiarazione falsa e piena di pattume politico, ha intimato a quelli di Forza Italia di sostenere Cennamo addirittura facendo rinnegare la propria posizione a Tommasino Cesareo che ha dovuto abbassare la testa e votare il bilancio.

Ma l’arroganza del Gallo ha raggiunto il culmine quando il partito di Forza Italia Cetraro ha appreso dalla stampa che aveva aderito il vicesindaco di Cetraro, Barbara Falbo che per salvarsi si era consegnata nelle mani del Gallo così da poter evitare la sfiducia dei consiglieri di Forza Italia, che nel frattempo scalpitavano per aver subìto un metodo arrogante senza potersi opporre. In sostanza, Cennamo è stato costretto ad andare a casa perché Forza Italia a Cetraro non ha sopportato che le regole del partito fossero utilizzate a piacimento dal Gallo cedrone.

A Scalea è successa la medesima cosa. Come il sindaco Perrotta ha aderito a Forza Italia, è venuto giù il mondo.
La politica sul Tirreno era diventata un vero e proprio mercato come con naturalezza ha affermato, inconsapevolmente e candidamente, l’ex sindaco Giacomo Perrotta: “Ogni volta che mi sono rivolto a loro (Gallo e Occhiuto), o mi sono recato in Regione, non ho mai trovato le porte chiuse”.

Capita in Calabria che un fenomeno che può tranquillamente definirsi transumanza, caratterizzi la nuova classe dirigente di sindaci e amministratori che con disinvoltura svendono la propria funzione pur di ossequiare gli amministratori regionali con il cappello in mano. Tale fenomeno ha interessato in modo assai eclatante per la sua volgarità gli amministratori del Tirreno Cosentino. Scalea, Cetraro, Paola passando per Santa Maria del Cedro dove, addirittura, Occhiuto è diventato quasi una divinità, simile a Zeus. Ma qui, Ugo Vetere, furbescamente, non ha aderito a Forza Italia come ha fatto l’ex sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, che è riuscito a farsi demolire l’immagine, lui che ha origini che affondano nel movimentismo e nella sinistra. Un comune, quello di Scalea, ormai segnato dalla ingordigia del Gallo cedrone che come Attila ha distrutto tutti quei comuni a cui tende la borsa della Regione Calabria.

Lasciamo Scalea e Cetraro e saltiamo a Paola. Qui la tragedia è diventata farsa a causa di un sindaco – Giovanni Politano – che é riuscito a svendere la propria immagine e la propria personalità esponendosi al pubblico ludibrio con dichiarazioni indegne del tipo: “Far parte della coalizione che governa la Regione e l’Italia, consente d’accelerare i progetti in corso, come il completamento delle infrastrutture, la realizzazione del porto turistico e le politiche per il turismo”.
Cioè, Giacomo Perrotta e Giovanni Politano la fanno proprio sporca e dichiarano al mondo intero che il loro passaggio a Forza Italia è motivato solo dalla “disponibilità” che Gallo e Occhiuto avrebbero manifestato e che non avrebbero ricevuto se non avessero aderito a Forza Italia. Cose da pazzi! A Paola questa operazione squallida non ha fatto altro che ridare ossigeno a Graziano Di Natale che politicamente era quasi sparito e che oggi, dopo il degrado che si è consumato ha ripreso fiato e centralità addossando al primo cittadino tutte le responsabilità per il suo assordante silenzio rispetto alla desertificazione dell’ospedale di Paola. Cetraro, Scalea e Paola hanno avuto lo stesso destino segnato dall’intromissione del Gallo cedrone che non ne ha azzeccata una.
A Cetraro la vicenda è stata ancora più ridicola se si pensa che il sindaco era del Pd e che ha goduto del sostegno di Forza Italia grazie agli inciuci tra il Gallo cedrone e Bevacqua Chiù Chiù che hanno tentato di replicare ciò che avviene in Regione attraverso uno squallido e plateale trasversalismo.

A Paola l’adesione di Politano tra le file degli azzurri ha soltanto fatto saltare il tappo ad uno scontro interno che durava da tempo. Il primo a scoppiare e ad asfaltare il Gallo cedrone è stato l’ex sindaco Basilio Ferrari che in una iniziativa pubblica ha sputtanato la gestione personale del partito azzurro da parte del cassanese. A seguire, l’adesione postuma di D’Arienzo, Grupillo e Vilardi in maggioranza non si è mai del tutto concretizzata proprio perché il sindaco forzista non è riuscito ad azzerare la giunta.

Tirando le conclusioni: l’arroganza ha superato ogni limite di decenza e per questo nei tre maggiori Comuni del Tirreno il Gallo cedrone è riuscito a collezionare un “triplete” di fallimenti colossali. Che – purtroppo per lui – non ha niente a che vedere con quello della mitica Inter di Josè Mourinho.