Paola e il nubifragio. «U’ cane muzzica sempre allu strazzatu» (storie di “sciacallaggi”)

Fonte: Marsili Notizie

Leggendo le reazioni che, copiose, hanno intasato i social network dopo che ieri la pioggia s’è inghiottita gran parte della città, a parte quelle palesemente strumentali – che quasi imputavano responsabilità “dolose” a coloro che hanno amministrato Paola in questi ultimi anni – ce ne sono state alcune “autorevoli” sulle quali sarebbe opportuno un approfondimento.

Nella fattispecie, la più doviziosa e controversa, è stata quella dell’attuale referente dell’Ufficio Tecnico Comunale, ingegner Fabio Iaccino, che – a primo scroscio ormai passato – ha postato una foto della Marina scattata presumibilmente da Piano Torre, forse con l’intento di mostrare un ripristino della normalità avvenuto, comunque, in tempi relativamente brevi.

A corollario dello scatto, il tecnico assunto a tempo indeterminato dopo un concorso bandito dagli attuali reggenti del Sant’Agostino, ha aggiunto un’espressione scritta di questo tenore: «Poveri voi…quanta pochezza d’animo! Onestamente mi fate pena…». Il riferimento, neanche tanto velato, potrebbe essere ascritto a quanti, visti gli esiti nefasti dell’acquazzone, hanno lamentato la visione diretta di criticità che si credeva fossero state superate, cittadini colpevoli d’aver dato sfogo alle sensazioni provenienti dai propri stessi occhi, gente che – magari – con la campagna elettorale in corso non c’entra nulla e che però è stata destinataria di offese quali “pochezza d’animo” e “fate pena“. Una bella considerazione da parte di chi detiene le chiavi di un nevralgico settore pubblico.

Il post in questione, riportato sotto forma di screenshot al termine di questa breve riflessione, è stato immediatamente sommerso di reazioni e commenti, tra i quali – oltre a quelli apertamente schierati al fianco dell’autore – ne sono spiccati alcuni decisamente polemici. Tra i più pungenti si segnala quello di un utente che, fotografie alla mano, ha chiesto lumi in merito allo smottamento che, nuovamente, ha interessato il crinale della collina di Piano Torre, una zona su cui proprio di recente sono stati eseguiti lavori e spesi fior fiori di soldini pubblici.

Ebbene, all’attacco – molto sensato – dell’utente in questione, l’ingegnere a capo dell’UTC ha risposto con una scrollata di spalle, in linea con l’atteggiamento già tenuto da questa amministrazione comunale in occasione di certi errori commessi nel corso degli ultimi cinque anni (come ad esempio quelli sull’albo pretorio – clicca – che i referenti esecutivi dell’Ente hanno addebitato a maldestri dipendenti), e ha “scaricato” ogni responsabilità sugli esecutori materiali dei lavori, operai “rei” d’aver posato «[…] solo un cordolo di asfalto che è stato insufficiente a contenere il fiume di acqua che è sceso...». Considerazione successivamente “aggravata” con queste parole: «[…] chi ha fatto il bitume non ha pensato che potesse scendere un fiume d’acqua quindi è stato superficiale…».

Perfetto, quindi la colpa è degli operai che hanno lavorato, in perfetto “Salute Pubblica Style”, dove lo scaricabarile non finisce mai.

A questo punto però viene da chiedersi: chi era il “Responsabile Unico del Procedimento” (RUP) che avrebbe dovuto sovrintendere, tecnicamente, all’opera di chi materialmente ha buttato sudore e sangue per ripristinare un’arteria fondamentale al traffico cittadino?

Chi era il progettista incaricato dal Comune? Chi era il tecnico che ha valutato lo stato di avanzamento dei lavori? Chi ha sottoscritto la determina per il pagamento di lavori sulla cui esecuzione, sono sorti dubbi in merito alla “regola d’arte”?

Forse, spulciando le carte, l’ingegner Fabio Iaccino potrebbe rinfrescarsi la memoria in merito a questo iter, controllando chi sia stato a deliberare e pagare lavori che, per sua stessa ammissione, non sono stati eseguiti al meglio.

A ciò bisognerebbe poi aggiungere una riflessione in merito alle accuse di “sciacallaggio” lanciate da Piazza del Popolo, ieri sera, dal candidato a sindaco de “La Nostra Paola”, il quale – malgrado accusi gli altri di violenza verbale – si è scagliato contro tutti quei cittadini che ieri non hanno retto alla visione di una città “sommersa”, condividendo il proprio sdegno sui social network.

Ebbene, anche in questo caso bisognerebbe farsi assistere da uno psicanalista bravo, perché è difficile interpretare le lamentele di chi accusa che altri vedrebbero Paola immersa in un perpetuo “4 Maggio”, quando sotto la sua gestione s’assiste ancora – e siamo al 10 Giugno – alla proiezione delle luminarie (da 15mila euro) sulla facciata dell’Arco di San Francesco. È difficile dar credito a chi accusa altri di aver svolto con superficialità ruoli istituzionali in amministrazioni precedenti, quando basta uno scroscio d’acqua o un “orrore” sull’albo pretorio, per scaricare sulle ultime ruote del carro ogni responsabilità.

Il concetto di “sciacallo” è molto più complesso di come lo si vuole attribuire e forse sarebbe opportuna una riflessione allo specchio prima di utilizzarlo per offendere i cittadini.

In definitiva, si potrebbe citare un antico proverbio calabrese che recita pressappoco così: «U’ dittu anticu unn’è mai sbagliato, ‘u cane muzzica sempre allu strazzatu» (il detto antico non è mai sbagliato, il cane morde sempre lo sciancato” – nella fattispecie l’ultima ruota del carro, e poco importa che sia un dipendente comunale, un operaio o un cittadino).

Di seguito il post dell’ingegner Fabio Iaccino.