Paola. Malgrado i corni anti-jella la nuova era inciampa in partenza

di Francesco Frangella

Fonte: Marsili Notizie (La nuova era inciampa in partenza)

Partito “liscio” come l’olio, il primo Consiglio Comunale della “nuova era” di Giovanni Politano sembrava destinato a proseguire calmo, nel verso delle decisioni di una maggioranza che – dal primo turno – rappresenta 1006 paolani in meno rispetto a quanti siedono in minoranza.

Proprio questo squilibrio, dovuto al calibro elettorale di quanti siedono all’opposizione, ha generato immediatamente un effetto domino per il quale, nel bel mezzo dell’elezione del vicepresidente del Consiglio – che s’è pronunciato a maggioranza nei confronti di Andrea Signorelli (candidato a sindaco dalla coalizione “RBC”+ “RP”) – si è spaccata ogni forma d’armonia tra le due ali dell’aula “Lo Giudice”.

Malgrado le congratulazioni e i complimenti rivolti al presidente eletto, Mattia Marzullo di OP (in quota “Fratelli d’Italia”), la minoranza ha lamentato l’assoluta mancanza di dialogo sul punto, cercata addirittura con una “sospensiva” richiesta proprio da Signorelli e accordata all’unanimità dall’aula. Da questo punto in poi, una serie di accidenti grotteschi hanno caratterizzato la seduta.

Andrea Signorelli, eletto a maggioranza, ha declinato la nomina, asserendo di non condividere le modalità attraverso cui si è giunti ad attribuirla, unilateralmente deciso dalla maggioranza. Questa comunicazione ha gettato l’aula nel caos, con la segretaria comunale pro-tempore incerta sul come proseguire, ratificare il rifiuto e proseguire o cos’altro fare?

La scelta della “nuova era” è stata “proseguire come se niente fosse”. Quindi procedere al punto successivo.

A questo punto, il peso specifico di una minoranza calibrata su personalità quali: Emira Ciodaro, Roberto Perrotta, Andrea Signorelli, Josè Grupillo e Marianna Saragò (che ha inizialmente presieduto i lavori nella sua qualità di consigliere “anziano”); ha praticamente ribaltato i ruoli dell’aula, con Ciodaro e Perrotta che hanno dovuto guidare le scelte della segretaria e quelle del presidente Marzullo, apparso piuttosto “in bambola” rispetto all’entità delle contestazioni dei banchi di “destra” (perché la minoranza è stata messa “a destra” rispetto ai banchi dell’esecutivo). Ciodaro e Perrotta, col benestare dell’intero emiciclo, hanno ottenuto di ratificare l’elezione a vicepresidente di Signorelli, per poi accettarne la rinuncia e certificare anche questo passaggio, infine prendere atto del risultato ed indire una nuova consultazione (dalla quale è risultato vicepresidente Francesco Sansostri, “La migliore Calabria”, il quale porta ulteriore acqua al mulino dei “dinataliani”, ormai veri e propri dominatori di cariche nella maggioranza).

Quindi il passaggio all’argomento successivo, liquidato con una comunicazione di stampo telegrafico rispetto ai componenti della Giunta Comunale, identificati nelle persone di Maria Pia Serranò (Grande Paola), Francesca Sbano (La Migliore Calabria), Barbara Sciammarella (La Migliore Calabria), Stefania Mirafiori (Insieme, lista del Sindaco Politano) e Antonio (Totonno) Logatto (Orizzonte Paola, come il Presidente del Consiglio).

Immediata la replica della candidata a sindaco per la coalizione “La Paola che non ti aspetti”, Emira Ciodaro, che ha posto formale questione di legittimità, facendo rilevare uno squilibrio nella composizione dell’esecutivo, priva del rispetto del 40% minimo di rappresentatività per ogni genere.

Un colpo di scena inaspettato e condotto con classe ed eleganza dalla Dottoressa, che ha dimostrato uno smalto pari, se non superiore, a quello espresso nei cinque anni di Presidenza del Consiglio con Ferrari sindaco (2012/2017). L’aula nuovamente “piegata” ad esprimersi sulle rimostranze della minoranza, che da D’Arienzo a Signorelli, passando soprattutto per gli interventi ulteriori di Perrotta e Grupillo in successione alla Ciodaro, ha letteralmente “inchiodato” la seduta, con i “politaniani” che sono arrivati anche a perdere la pazienza (in tal senso l’intervento del consigliere Marco Minervino – La migliore Calabria – che dopo aver ammesso l’eventualità di un primo “inciampo” , espressione adoperata dall’ex primo cittadino, si è scagliato contro Roberto Perrotta, facendosi replicare duramente da quest’ultimo, che quanto ad esperienza nel Sant’Agostino non ha rivali. Messo a posto il “dinataliano”, al quale è stato rammentato che sulle questioni della passata amministrazione può trovare riferimento nel collega di maggioranza Alessio Samà (assessore con Perrotta fino all’ultimo giorno malgrado la candidatura in lista per Politano), Perrotta ha reiterato quesiti alla segretaria comunale che, incalzata ulteriormente anche dalla Ciodaro, ha dovuto fare marcia indietro rispetto alla parziale giustificazione fornita per prendere tempo («apprendo solo ora, verificherò successivamente»).

Nuova impasse, altro inciampo, l’aula bloccata fino alla sospensiva chiesta, quasi pietosamente, da Roberto Perrotta e concessa con un certo sollievo dall’intero emiciclo.

Una boccata d’ossigeno per andare nuovamente in apnea a sedere tra i banchi e votare, a maggioranza, la ratifica di un esecutivo screditato in partenza dall’intera opposizione, contro la quale sarà senz’altro un confronto aspro e senza esclusione di colpi (e di colpe).

Altro salto, successivo punto, nuovo inciampo: “Elezione della Commissione Elettorale comunale” (nominati Grupillo, Vigilante e Vilardi, quest’ultimo surrogato, insieme a Sanstostri, per la nomina assessorile di Sbano e Sciammarella).

Anche qui la “nuova era” s’è arrestata, e stavolta per beghe “interne”, con la maggioranza incapace di esprimere due dei tre nominativi spettanti per regolamento. Un siffatto esito ha generato le condizioni per la riproposizione della stessa votazione, iter deciso dalla segretaria comunale che ha ritenuto “invalida” la prima consultazione. Ovviamente il procedimento è stato contestato duramente dai banchi dell’opposizione, che ha reiterato le “lezioni” già impartite in precedenza, stavolta però suscitando la reazione del Presidente Marzullo che alle contestazioni ha replicato con: «se qualcuno si sente leso può tranquillamente proporre ricorso in una fase successiva».

Ovviamente l’ultima questione da discutere, ovvero “Costituzione dei gruppi consiliari e designazione dei rispettivi capigruppo”, ha rappresentato un’ulteriore occasione per marcare distanze e mettere in chiaro tensioni che, senz’altro, caratterizzeranno (almeno) questo primo scorcio di “nuova era”, con le due anime dell’aula arroccate sulle rispettive posizioni. Nel corso di questo dibattimento c’è stato anche il frangente dell’intervento del Sindaco (il primo dopo il giuramento e la cernita degli assessori), con Politano che è partito ringraziando tutti (compreso se stesso). Proprio le parole del primo cittadino sono risultate indigeste alla minoranza, con Emira Ciodaro che è ripartita all’attacco “per fatto personale”, con cinque minuti nei quali ha spiegato le ragioni della sua astensione al voto sul sindaco e ha ribadito a Politano (che ha poi concluso ringraziando Perrotta per l’evidenziazione riguardo la “conclusione dei lavori” senza contraddittorio) che non è buona creanza additare chicchessia nel corso dei pubblici consessi.

Tutto ciò è accaduto nonostante i talismani contro gli accidenti, indossati per l’occasione da Mattia Marzullo e Sandra Serpa (Orizzonte Paola in quota Fratelli d’Italia), che sfoggiavano sul petto due vermigli corni incastonati su lucenti spille.