Giuliano Serpa decise proprio qualche tempo dopo dell’omicidio di Tonino Maiorano di collaborare con la giustizia. Era lui l’obiettivo dei killer. Il terreno sotto i piedi, dopo quell’efferato fatto di sangue gli cominciò a mancare: la paura di essere ammazzato, il rimorso che al suo posto fosse finito un innocente collega operaio forestale. Per l’omicidio Tonino Maiorano si sono concluse davanti al Gup di Catanzaro le discussioni del collegio difensivo dei tre imputati nel procedimento per rito abbreviato. Il 2 febbraio si giungerà – dopo eventuali repliche del pubblico ministero – a sentenza. Rischiano l’ergastolo – che è stato invocato dal pm della Direzione distrettuale antimafia – i tre imputati Pietro Lo Faro, Alessandro Pagano e Romolo Cascardo.
Dall’operazione principale, denominata Tela del Ragno, scattata all’alba del 30 marzo 2012, sono passati 12 anni. Qualcuno dopo il carcere è tornato a piede libero, qualcun altro, dopo avere annusato il profumo della libertà, ci è tornato. Il provvedimento principale che porta la firma di Eugenio Facciolla, prima pm della procura di Paola, poi applicato alla Dda di Catanzaro, si è frammentato in diversi tronconi. Separatamente si è proceduto per l’omicidio Maiorano, per il quale sono stati condannati inizialmente, a suo tempo, il reo confesso Adamo Bruno (9 anni), Gennaro Ditto (ergastolo), Michele Bloise (ergastolo), Pietro Sebastiano Vicchio (30 anni), Antonio Ditto (21 anni), Carmela Gioffrè (21 anni), Maurizio Giordano (9 anni, collaboratore di giustizia). In rito abbreviato erano stati infliti 30 anni invece a Mario Martello.
Il libro insanguinato che ha interessato per mezzo secolo la città di Paola, oggi non è ancora chiaro perché la Dda sull’omicidio dell’operato forestale Tonino Maiorano ha aperto un nuovo capitolo a luglio del 2022 incriminando altre quattro persone. Tre di queste (Pagano, Lo Faro e Cascardo) aspettano la sentenza il 2 febbraio in abbreviato, per la quarta (Luigi Berlingeri) si procede invece col rito ordinario. Fonte: Gazzetta del Sud