PAOLA – Tanta partecipazione della cittadinanza, la presenza dell’amministrazione comunale, della famiglia Panaro, di suo figlio Paolo che non ha mai perso la forza di lottare e la posa di una targa e di un’opera entrambe dedicate ad un paolano vittima della ‘ndrangheta, sul cui omicidio negli anni c’è stato sin troppo silenzio.
Da venerdì sera la città di Paola – dopo quaranta anni di lunga attesa – avrà un luogo intitolato a Pompeo Panaro e impresso nella sua anima. La cerimonia di commemorazione e di intitolazione di un largo comunale a Pompeo Panaro, ex amministratore della città del Santo vittima di mafia ha reso onore a un uomo che lo meritava ampiamente anche molti anni prima.
L’iniziativa ha trasmesso grande commozione tra i presenti, nel ricordo dell’uomo libero, morto troppo presto. Visibilmente commosso Paolo Panaro. Tra i relatori anche il vicepresidente del centro studi Pompeo Panaro ed il sindaco di Paola, Giovanni Politano. Presente anche Don Bruno Di Domenico che ha “battezzato” le opere donate dall’artista Paolo Gravina.
Particolarmente sentito l’intervento da parte del consigliere comunale, Marco Minervino, che tanto si è adoperato per l’intitolazione. “Da questa sera – ha detto – a Paola rivive la memoria di Pompeo Panaro. Consegniamo alla città questo fazzoletto di territorio alla memoria civile di Pompeo Panaro, un paolano che ha ricoperto cariche istituzionali in seno a questa città oltre che un lungimirante imprenditore e soprattutto amico e vicino alle persone deboli e bisognose. Non siamo qui per dare giudizi nel merito sia di natura politica come anche di quella giudiziaria, legati al ritardo e alla miopia che ha caratterizzato questi 40 anni verso un riconoscimento al valore della legalità e della distanza da prendere rispetto alla permeabilità del fenomeno mafioso nel tessuto sociale aspetti denunciati e filo conduttore dell’azione di Pompeo Panaro che ha pagato con la vita il voler essere giusto e libero per una città giusta e libera. Paolo, questo atto oltre che al ricordo mira ad essere un vero abbraccio alla tua famiglia ed in particolare a te che hai combattuto contro i mulini a vento affinché fosse determinato il giusto riconoscimento al sacrificio di tuo padre.
Sei stato solo e da solo fino ad oggi hai condotto questa ricerca della visibilità necessaria e giusta che ti ha esposto ad ogni forma di giudizio non sempre nella direzione positiva rispetto alla tua legittima ricerca ma soprattutto ti ha esposto ai rischi di chi da solo e nel silenzio affronta queste situazioni. Paolo, questa di stasera è anche la nascita della consapevolezza che non si può e non si deve restare soli e tu sei rimasto a ungo da solo. Vorrei tu interpretassi tutto questo come la nascita di una rete di protezione non fisica ma di contenuto, quei contenuti che una società civile deve offrire in modo da evitare che non vi siano mai più eroi, ma una coscienza che rifiuta la collusione e il malaffare. A Paolo, alla sua famiglia, tutta la mia vicinanza e quella dell’amministrazione comunale di Paola”.