Paola, restituiti 11 immobili a Nella Serpa

Nella Serpa

Il Tribunale delle Misure Preventive antimafia di Cosenza ha disposto la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l’obbligo di dimora per tre anni a Nella Serpa dettaa Bionda, capo indiscusso della cosca paolana, attualmente detenuta al 41 bis de L’Aquila.

La donna, condannata a 18 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione ai danni di Luigi Ferrise dal Tribunale di Paola, è ritenuta mandante di due omicidi avvenuti nel 2003 a Paola nella lotta intestina tra le cosche tirreniche.

Lo stesso Tribunale, però, disattendendo la richiesta della DDA di Catanzaro, che aveva chiesto la confisca di tutti i beni intestati a lei e ai suoi familiari, difesi dagli avvocati Giuseppe Bruno e Sabrina Mannarino, ne ha disposto la restituzione di buona parte.

In particolare, ha accolto la richiesta limitatamente a quattro ditte intestate alla Serpa e ai suoi familiari e relativi beni mobili e immobili formalmente in capo alle predette imprese, procedendo, invece, a restituire undici beni immobili destinati ad attività commerciali e cinque appartamenti ad uso civile abitazione.

Tra le attività confiscate il lido balneare e il fitta camere “Rinascente”. Qualora la confisca diventi definitiva le ditte saranno destinate allo stato per scopi pubblici.

Tra le ditte confiscate si segnala che la cooperativa Semas non è mai stata avviata e che la Termoidraulica è chiusa dal 2012 quando il figlio di Nella Serpa (intestatario) morì in in incidente stradale.

Per quanto riguarda l’albergo e la tavola calda sono state confiscate le licenze ma non anche gli immobili. Le automobili sono tutte in leasing e gran parte delle stesse sono state già ritirate dalle società locatrici.

Il patrimonio confiscato non supera gli 800mila euro poichè come immobili ne sono stati confiscati quattro di 40 metri quadrati l’uno e come denaro contante circa 300mila euro.