STORIA DI DISAGI E POVERTÀ, A PAOLA VIVONO CON FIGLIO DISABILE IN 15 METRI QUADRI
Vivono in un buco di poco più di 15 metri quadri, con un figlio di 5 anni disabile al 100 per cento, nel centro storico di Paola, su Via Macchia. Entrambi sono disoccupati. Lui un tempo lavorava al nord come piastrellista, ma poi ha dovuto mollare tutto per recarsi in una zona di guerra dell’Ucraina, dove vivevano la compagna e il figlioletto, per portarli al sicuro in Italia, nella sua Paola. Proprio dalla sua città natia, patria di San Francesco, si sente tradito, perché non gli garantisce una dimora degna, nonostante diverse rassicurazioni ricevute in municipio.
Sa di amaro il “ritorno in patria” di Rosario Serpa, 55 anni, che non riesce più a trovare lavoro, dopo aver perso quello che aveva in Piemonte. Ma intanto non poteva fare a meno di recarsi in un paese dell”est, in tempi bellici, per poi tornare ad inizio anno, insieme al resto della famiglia, a Paola, dove ha altri riferimenti familiari, che però non navigano nell”oro.
Rosario, quindi, non ha più la possibilità economica per vivere in una degna dimora. Si sta quindi accontentando di un magazzino di 15 metri quadri, adibito ad abitazione, per vivere. Al momento l’unica fonte di sostentamento sono i 510 euro dell”accompagnamento del figlioletto. Il piccolo Aldo è disabile dalla nascita, manco può impratichirsi in casa con il suo tutore a rotelle. Purtroppo non c’è lo spazio. Rosario ha quindi fatto domanda lo scorso febbraio per una casa dell”edilizia popolare, ma ci sono i tempi burocratici da rispettare. Allora si è recato nella sede municipale del Sant’Agostino per chiedere una sistemazione provvisoria.
L’ordinanza dal Comune per l’utilizzo di un appartamento su Via Bernardino Telesio, per un anno, non si è fatta attendere. Rosario, la compagna e il piccolo Aldo sono purtroppo ancora in attesa che qualcuno dal palazzo municipale gli dica di trasferirsi. Per qualche motivo poco chiaro, forse per altra burocrazia, non possono trasferirsi nella nuova casa e abbandonare quel buco di 15 metri quadri dove vivono dallo scorso febbraio.
“Mi sono recato più volte gli ultimi mesi in comune – ha dichiarato afflitto il capofamiglia – dove ho anche incontrato il sindaco Roberto Perrotta, che seppur sembrava avesse preso a cuore il mio caso mi sta rinviando troppo spesso. Ad ogni modo voglio continuare a fidarmi, anche perché l’ordinanza è stata emessa, ma a quanto ho capito la casa dell’Aterp che mi è stata assegnata provvisoriamente non è ancora libera. E purtroppo non riusciamo a vivere in queste condizioni, oltre al disagio economico che ci attanaglia. Non nascondo di sentirmi abbandonato dal mio comune di appartenenza, dove sono nato e cresciuto. E ciò non mi fa sentire orgoglioso di essere cittadino paolano”. Questa la conclusione di Rosario, che esprime con amarezza: “Aspetterò ancora qualche settimana, poi mi recherò in municipio con mio figlio a protestare pacificamente, affinché l’amministrazione mostri piena sensibilità alla mia problematica e mi dia la risposta che attendo da sei mesi”.
Fonte: Il Meridione