Paolini sindaco: costi quel che costi

Quello che non mi è mai stato chiaro fino in fondo è il perché di questa ostinazione di Enzo Paolini, a rincorrere il pennacchio da sindaco. Non ho capito perché ci tiene così tanto. E non può essere solo una questione di “prestigio”.

Perché lui è già prestigioso di suo. Almeno nel suo campo. Nessuno può certo dire il contrario. Enzo è un avvocato di successo. E’ titolare di un avviatissimo studio legale, tra i più importanti della città. Sono tante le persone a cui da lavoro. Difende la sanità privata in tutti i tribunali italiani. E si dice, di lui, che oltre ad essere un bravo avvocato, sia anche molto danaroso.

Enzo è una figura conosciutissima in città. Non solo per il suo lavoro, ma anche come appassionato sportivo. Ama il rugby su tutto.

paolini rugby

L’avvocato è anche una persona generosa. Un portatore sano di solidarietà. Insomma, Enzo è uno a cui non manca niente (ottu e novi fora maluacchiu, ppe cent’anni). Ed è questo il motivo che mi fa dubitare. Perché uno che sta bene, che non ha problemi, che non deve chiedere niente a nessuno, ci tiene tanto a prendersi in mano la patata bollente del comune di Cosenza?

Che, come si sa, è un comune indebitato fino al collo, e con problemi di non poco conto. Amministrare un comune come quello di Cosenza, non è roba per filantropi della domenica. Sono solo guai, e problemi a più non posso.

Eppure, Enzo ci tiene, e non vuole rinunciare a concorrere a questa sfida. Del resto c’aveva già provato, nel 2011, sfidando Occhiuto, e devo dire che ci è andato vicino. Solo qualche migliaio di voti lo separarono dalla vittoria di Occhiuto. Voti che come si sa hanno origini molto chiacchierate.

paolini-a-villa-ortensia

Oltre all’accordo sottobanco tra Madame Fifì e Occhiuto, cosa ormai risaputa, si parla anche di voto di scambio tra Occhiuto e la malavita locale. Voce venuta fuori dai verbali di alcuni pentiti che con l’odierno sindaco, dicono, ebbero a che fare.

Negli stessi verbali è finito anche Paolini, e per lo stesso motivo. Un pentito lo accusa di aver comprato voti alla modica cifra di 50 euro cadauno. Oltre alla promessa di altri vantaggi, sempre a detta del pentito, in caso di vittoria, per i capibastone.

Se fosse vero questo, ancora di più, sarebbe incomprensibile questa sua ostinazione a fare il sindaco, al punto di vendersi l’anima al diavolo. Per avere in cambio cosa? La medaglietta di sindaco? Non può essere solo questo. E nemmeno solo ed esclusivamente l’amore per la propria città, che Enzo certamente ha, ma che a conti fatti, a mettere sul piatto della bilancia i pro e i contro dell’essere sindaco, sono di certo più le seccature e i problemi, che eventuali “benefici”.

Per Occhiuto, lo abbiamo detto e scritto tante volte, fare il sindaco gli serve per cacciarsi i debiti, ma per Paolini, che debiti non ne ha, è solo un alto senso civico a spingerlo in questa “rovina”, oppure c’è qualcosa altro dietro?

E’ sincero quando dice che la sua candidatura è solo in funzione del benessere del cittadino? Insomma, per uno della sua posizione che sta ‘mbaru ara casa sua, e invece vuole prendersi a cuore tutti i problemi della città, il gioco vale la candela? Evidentemente sì, per Enzo.

Infatti è talmente incapunitu a voler fare il sindaco, che ha fatto presto a “scordarsi” di tutte le tarantelle, prese in giro e palleggiamenti vari messi in campo dai suoi stessi alleati dell’allora “coalizione” del 2011, alle sue spalle, al punto di perdonare tutto e tutti. E con gli stessi iniziare un nuovo percorso verso una nuova candidatura. Che arriva, in un convegno pomposo guidato dalla sempre in pista Madame Fifì, che lo lancia, senza se e senza ma, come candidato del PD alla carica di sindaco nelle prossime amministrative di primavera, salvo poi, ai primi intrallazzi, mollarlo malamente, come già successo.

enza vampira

Pur di fare il sindaco, Enzo è disposto a prendersi l’ennesima curteddrata alle spalle di Madame Fifì. Mi chiedo, come fa a sopportare tutto questo? E soprattutto come mai ci casca di nuovo? Una determinazione , quella di Enzo, che sa un po’ di masochismo. Pare che goda ad essere preso per i fondelli da questo PD. Che oramai, si sa, non lo candiderà più.

Gli ultimi avvenimenti, politici e giudiziari, hanno definitivamente messo una pietra tombale sulla sua candidatura “unitaria”, o se preferite condivisa.’, oppure di superamento. Ma Enzo non ci sta, e oggi suona la carica. Sa che può dare un po’ di fastidio al candidato del centrosinistra, perché tutto sommato il suo è un pacchetto di voti che conta. E se la vuole giocare.

Forse per rendere la pariglia a qualcuno, utilizzando il classico bastone tra le ruote, per costringere i vertici del PD locale ad un accordo con lui. L’annuncio è quello dell’apertura della sua campagna elettorale, giorno 16 dicembre.

Una manifestazione aperta a tutta la città, e a tutte le forze politiche. Un modo per “contarsi”, al di fuori dei partiti, e mettere in mostra la propria potenzialità elettorale. Ha capito che dovrà fare tutto da solo, Enzo, anche se blatera di primarie e compagnia bella. Giusto per tenersi qualche spiraglio aperto. Non si sa mai che le cose, come capita spesso in politica, cambino dalla sera alla mattina. Una vana speranza, se è questo che aspetta.

Può darsi, però, che Enzo, vista la maliparata, abbia deciso di giocare d’anticipo, e la sua uscita di oggi altro non è che un messaggio trasversale al PD: sapendo di non poter essere più il candidato del PD, né di avere la benchè minima possibilità di essere eletto con le sue liste (se non consigliere), si pone come un possibile e forte alleato di cui, il centrosinistra non può fare a meno. Alleato al quale spetta anche una fetta di torta.

Allora, se così fosse, non è certo il solo senso civico a spingerlo a battagliare in questa infernale bolgia. E se ne possono supporre i motivi. Perché per accettare di stare in quel calderone qualche interesse particolare bisogna averlo. Altrimenti non mi spiego questo suo volersi fare del male a tutti i costi, a meno di qualche avvenuta santità, che non mi pare si sia ancora manifestata pubblicamente. Allora cosa lo spinge nell’arena? Un mistero che solo lui ci può svelare. Al netto di retorica, amor di popolo, sensi civici, e democrazie varie. Sempre che ci sia altro da raccontare, si intende.

GdD