Pd Cosenza a tarallucci e vino, vince Adamo con pandoro e Renato Zero

L’Assemblea cittadina del Pd di Cosenza era attesa da mesi, e la vigilia era stata carica di alcolici e ansiolitici per i protagonisti delle discussioni. Ci aspettavamo rissa, grida e tante contestazioni.

Alla riunione, chiesta da settembre da Giacomo Mancini, Saverio Greco, Sergio De Simone e Giovanni Palma, si pregustava il faccia a faccia tra Funaro e Bruno Bossio, oltre a una potenziale rissa tra il capogruppo Pd Alimena in Consiglio e i tre consiglieri comunali di Cosenza, Graziadio, Tinto e Trecroci, fuoriusciti dal gruppo in Consiglio. In realtà, la riunione è stata meno entusiasmante del previsto.
Al contrario siamo rimasti molto delusi dal resoconto. La serafica indifferenza di Pecoraro e Locanto, che presiedevano i lavori, ha fornito il pretesto per trasformare la resa dei conti in una riunione da boy-scout. Il Pd funziona così: la guerra è solo sui giornali, poi dal vivo tarallucci e vino. La segreteria di Giusy Caligiuri aveva addirittura portato un pandoro, consumando un piccolo brindisi di auguri di fine anno, con risate e tanti auguri a Franz Caruso per il successo di questi anni. A lavori finiti, pare anche musica e karaoke di Renato Zero.
C’è però una consapevolezza nel Pd della provincia di Cosenza: a Cosenza conta la città, conta il salotto, contano le relazioni; il resto è la noia del sabato sera della provincia italiana. L’altro ieri, dunque, il salotto ha vinto. Erano tutti amici, si conoscevano tutti, avevano fatto probabilmente Capodanno insieme; avevamo solo fatto finta di litigarsi sui giornali. Che a Longobucco protestino per le liste delle provinciali, non fregava molto a nessuno. Cosenza è una realtà insanamente coloniale in ogni formazione politica e nella madre patria al massimo si preoccupano di accontentare Castrovillari e Corigliano-Rossano.
Ma com’è andata alla fine? Insomma, vincono tutti. La fuoriuscita dei tre consiglieri fa comodo al Pd, che si toglie tre persone che non controllano dal gruppo, dei cui destini non dovranno più preoccuparsi. I tre, dal canto loro, non dovranno più stare all’ordine di Adamo e Guccione nel Pd. Per loro, nessuna espulsione dal Pd. Tutti amici.
La Funaro defenestrata è presente ed emozionata, tante lacrime per il suo siluramento; anche Bruno Bossio si è detta commossa e dispiaciuta, ma è finito tutto lì. Palma e Greco, che avevano chiesto la riunione, non si sono proprio presentati; De Simone, vittima di un’aggressione con Raffaele Zuccarelli nel congresso del Pd dello scorso anno, ha parlato della pace del mondo e di garantismo, mentre Giacomo Mancini se n’è andato dopo poco senza parlare, forse non proprio arricchito dalla riunione.
Presente anche un Colistro che ha perdonato i consiglieri per non averlo votato come revisore dei conti. Guccione e Mazzuca assenti (non?) giustificati, i consiglieri regionali probabilmente non al corrente della riunione.

Ecco tutto. Votazioni, tutti d’accordo con la relazione. Adamo ha vinto. Il Pd a Cosenza è lui.

Nel frattempo, Tursi dopo le sue lunghe vacanze di Capodanno nell’est Europa, dove ha studiato il pensiero politico di Matteo Orfini, prosegue con meticoloso scrupolo la raccolta firme per chiedere la mozione di sfiducia di Pecoraro, e nelle prossime ore dovrebbe arrivare la richiesta di convocazione dell’assemblea.
Maria Locanto sarà così costretta a convocare l’assemblea provinciale a breve (salvo sorprese) e vedere se ci sono o meno i numeri per la sfiducia. In caso affermativo, gli organi del Pd Cosenza sarebbero sciolti e a Cosenza arriverebbe un nuovo commissario provinciale. Ma tutto questo ieri non è stato affrontato, e fra risate e scherzi si è rimandato a dopo la Befana, del resto come ha lasciato intendere un noto consigliere comunale: ma non è che è proprio Pecoraro che non vede l’ora di andarsene e che sta cercando di accelerare la fuga con sfiducia, che farebbe sciogliere tutto il Pd Cosenza, inclusa direzione e assemblea, della serie: muoia Sansone con tutti i Filistei?