Cosenza è davvero messa male. L’abbandono sociale, culturale e strutturale si taglia con il coltello. Le strade cittadine sono impercorribili, buche e ostacoli rendono la viabilità pari a quella che affrontano piloti esperti al Camel Trophy. Il manto stradale che compone la città è tutto un colabrodo. A questo si aggiungono le tante barriere architettoniche costruite da Occhiuto che in alcuni punti critici della città strozzano il traffico, costringendo gli automobilisti a lunghe code e a pericolose gincane. Colpa anche della mancata riapertura di diverse strade cittadine chiuse da anni per “caduta massi”, o per lavori infiniti, che impongono agli automobilisti percorsi alternativi tortuosi e pieni di ostacoli. Siamo talmente messi male, strutturalmente e per mancanza di manutenzione, che basta un’acquazzone di mezz’ora per allagare completamente la città, specie la parte antica che si trasforma in un vero e proprio fiume in piena che “nasce” dal Castello e finisce a piazza dei Valdesi sfociando nella “confluenza”. Impossibile per chi non è attrezzato percorrere il centro storico durante la pioggia, ma anche senza pioggia.
Il problema si allarga ovviamente anche ai pedoni costretti a percorsi simili a quelli a cui vengono sottoposti i marines in addestramento. Marciapiedi dissestati lungo tutta la città, pieni di buche e trappole di ogni sorta. Tra spazzatura, mattonelle dei marciapiedi saltate, voragini, vegetazione selvaggia, anche camminare è diventato un pericolo, specie per gli anziani che si accompagnano con il bastone. Figuriamoci per chi si muove in carrozzella, o con il carrello della spesa, o con il passeggino dei bambini. Gli “scivoli” al termine dei marciapiedi che dovrebbero favorire la discesa sono inesistenti, oppure dissestati e pericolosi per chi è costretto ad usarli. E quei pochi funzionanti sono spesso ostruiti da parcheggi selvaggi. L’abbandono è totale. Dal centro alle periferie. Muoversi in città è diventata un’avventura. In tanti prima di avventurarsi per i marciapiedi cittadini hanno deciso di iscriversi ad un corso di sopravvivenza (come attraversare un ponte tibetano e come muoversi nella foresta con le liane di Tarzan), per non trovarsi impreparati davanti alle tante insidie presenti lungo il percorso pedonale cittadino. Un vero e proprio “Parco Avventura”.
Ora finalmente capiamo il perché di così tanti Suv a Cosenza. L’unico mezzo capace di reggere meccanicamente e strutturalmente le dure sollecitazioni stradali a cui sono sottoposti tutti i veicoli che circolano in città. Con il Suv si affronta meglio la giungla stradale che è diventata Cosenza. Tutti gli altri “mezzi” risultano inadeguati. Infatti spesso e volentieri tanti automobilisti non provvisti di Suv che si avventurano nella giungla cittadina, finiscono, con il loro veicolo, dal meccanico o dal gommista. Solo la potente struttura di un Suv può superare indenne gli ostacoli che la natura selvaggia delle strade cittadine presenta. Per un sicuro “fuoristrada” ci vuole il mezzo giusto. Non si possono affrontare le impervie mulattiere cittadine con una 500, una Mini Minor, o una monovolume qualsiasi. Ci vuole un Suv, ne va della sicurezza dei passeggeri. Senza Suv non puoi spostarti in città. E noi che pensavamo che fosse solo una questione di atteggio…











