La notizia dell’annullamento dell’ergastolo a Luigi Galizia per il duplice omicidio al cimitero di San Lorenzo del Vallo della madre e della sorella di Francesco Attanasio riporta alla ribalta tutto l’intreccio che porta al movente del delitto. Proviamo a ricostruirla.
E’ il pomeriggio del 21 aprile 2016 e Francesco Attanasio si reca, dopo essere stato “convocato”, a casa di Damiano Galizia. Siamo a San Lorenzo del Vallo. L’incontro verte sulla mancata restituzione di un prestito di 17 mila euro, somma che Damiano Galizia aveva consegnato ad Attanasio all’inizio dello stesso anno (tra gennaio e febbraio). In casa ci sono Damiano e il fratello e senza mezzi termini chiedono ad Attanasio la restituzione del prestito.
Sono passati più di tre mesi ed ogni scadenza sempre rimandata. Damiano dice che non è disposto più ad aspettare e che questa storia va chiusa. Rivuole i suoi 17.000 euro. Attanasio farfuglia e cerca di prendere tempo, dice a Damiano che la settimana successiva sarà in grado di saldare il debito. Damiano Galizia, seppur sbottando e dopo averlo ripetutamente minacciato, dice chiaro ad Attanasio: questo è l’ultimo avvertimento, se non mi restituisci i soldi finisce male, ricordati che hai una famiglia. L’incontro termina con un appuntamento per la settimana successiva a Cosenza. Un appuntamento che per il Galizia dovrà essere risolutore.
Una prima considerazione: perché Attanasio ha bisogno di quei soldi? Il Galizia presta quei soldi a titolo amicale o chiede degli interessi?
Attanasio ben comprende che la situazione è grave e potrebbe degenerare. E’ consapevole di aver preso solo un po’ di tempo perché sa che non è in grado di restituire la somma al Galizia.
Il prestito lo ha reso succube ad ogni richiesta del Galizia, che lo utilizza per sbrigare un po’ di ‘mmasciate su Cosenza. Una volta per acquistare un’auto, un’altra volta per affittare un box presso Quattromiglia di Rende all’interno del residence Girasole.
Lo usa come una sorta di prestanome. E così Attanasio, che spera nel fare favori al Galizia di tenerlo buono, si attiva e trova il box che “affitta” da una signora di Crotone. Verosimilmente nel mese di marzo. Attanasio ha capito che Galizia fa movimenti “strani”. Ma non può rifiutarsi di fargli i favori. E gli consegna le chiavi del box.
Galizia dice ad Attanasio: tu qui non devi più venire, devi stare lontano dal box. Il tono è perentorio. E il messaggio chiaro: stai attento a non dire a nessuno di questo posto.
Verso la metà di aprile Attanasio viene contattato dalla signora di Crotone, la quale lo informa di essere stata interpellata dalla polizia per sapere chi avesse la disponibilità di quel box perché erano in corso dei controlli. Ed Attanasio capisce definitivamente di essersi cacciato in qualche guaio. E’ stretto dentro una morsa. Da una parte il debito che non può restituire e dall’altra il suo nome è fnito negli uffici della questura come “affittuario” di un box che evidentemente la questura teneva d’occhio prima ancora del ritrovamento dello stesso dell’arsenale.
Dunque la Questura contatta la proprietaria del box prima del ritrovamento delle armi, segno che già sapeva qualcosa su quel box.
Una informazione che non può essere arrivata dall’Attanasio perché secondo la questura lo stesso li informa del box, attraverso una telefonata, solo qualche ora prima che commettesse il delitto, intorno le 19. Così dice la questura.
Domanda: perché la questura dice di aver appreso dell’arsenale verosimilmente attorno alle 17,00 del 26 aprile da Attanasio, quando già da una settimana, se non di più, aveva contattato la proprietaria per chiedere il nome dell’affittuario del box?
Andiamo avanti perché le cose che non tornano sono tante.
Dopo l’incontro a casa del Galizia a San Lorenzo del Vallo, i due si sentono telefonicamente e si danno appuntamento all’uscita dell’autostrada Cosenza Nord alla rotonda giorno 26 aprile alle ore 18.00. Devono discutere di alcune cose, in primis la resituzione del prestito, e poi Galizia ha bisogno di una altro favore, gli serve un altro appartamento sempre in quelle zone.
Oltre a sbrigare una faccenda di un passaggio di proprietà di un’ autovettura il cui proprietario è amico di Attanasio. I due si incontrano e decidono di farsi un giro per sbrigare per primo la faccenda del passaggio di proprietà.
Attanasio parcheggia la sua auto e sale in quella del Galizia. E dopo aver contattato il proprietario dell’auto telefonicamente (che dice di non essere disponibile al momento), decidono di andare a vedere un appartamento a contrada Dattoli (vicino all’Università).
Ritornano al parcheggio vicino alla rotonda, Attanasio prende le chiavi dell’appartamento dalla sua auto, risale nell’auto del Galizia e si dirigono verso contrada Dattoli. Arrivano intorno alle 19,00.
Durante il viaggio il Galizia già accenna ai soldi e Attanasio continua a prendere tempo. Scendono dall’auto, aprono al porta ed entrano. Devono raggiungere il piano superiore dell’appartamento. E mentre salgono le scale Galizia sempre più infastidito continua a chiedere ad Attanasio se ha con se i soldi che gli deve. A quel punto Attanasio decide di dirgli che non ha un euro chiedendogli altro tempo.
La reazione del Galizia è immediata: si avvicina e molla un ceffone ad Attanasio. Vuole picchiarlo, e si avvicina sempre più minaccioso ed infuriato. Attanasio si divincola e dalla tasca tira fuori una pistola, scarrella, ed inizia a far fuoco all’indirizzo del Galizia. Che viene attinto da diversi colpi cadendo senza vita sul pianerottolo.
Attanasio, sconvolto dal gesto, non realizza subito: raccoglie i bossoli fa qualche altro gesto e si precipita fuori, prende la macchina e va via. Sono verosimilmente le 19.15 del 26 aprile del 2016.
Stando a quanto dice la questura, Attanasio intorno alle 17,00 del 26 aprile, esattamente due ore prima dell’omicidio, chiama la questura, si presenta e informa gli stessi della presenza di qualcosa di illecito, non specifica armi o altro, nel box a Quattromiglia.
Domanda: se Attanasio informa la polizia di questo box alle 17,00 come mai gli agenti si presentano al box solo la sera tardi, almeno 5/6 ore dopo questa presunta telefonata di Attanasio al 113?
Quando la polizia recupera le armi, sa già dell’avvenuto omicidio oppure no? Attanasio, dopo la prima telefonata nella quale informa del box, ha telefonato ancora alla questura? Si presume di no, visto che il corpo del povero Damiano Galizia viene ritrovato 5 giorni dopo.
Ma sempre la questura sostiene che “durante la fuga” Attanasio, che dopo l’omicidio si trasferisce con la famiglia a Sorianello per sfuggire all’ira della famiglia Galizia, è rimasto in costante contatto con un ispettore della questura.
C’è da presumere che in queste conversazioni tra Attanasio e l’ispettore, andate avanti per almeno quattro giorni, il 27, 28, 29, 30 aprile, di tutto si è parlato tranne dell’omicidio. Altrimenti il corpo sarebbe stato ritrovato.
Invece il corpo viene ritrovato nella notte tra il primo e il due maggio, subito dopo che Attanasio si costituisce. Cioè Attanasio confessa l’omicidio e rivela dove si trova il corpo solo quando è seduto negli uffici della questura.
Allora, nei giorni che precedono il suo costituirsi, di cosa parlano l’ispettore e Attanasio? Di sicuro, come dicono i fatti, Attanasio non rivela né l’omicidio né dove è avvenuto.
Il 27 aprile in tarda mattinata il questore annuncia in pompa magna in una conferenza stampa il ritrovamento di quello che lo stesso definisce un arsenale “importante”. Armi corte e lunghe perfettamente funzionanti e pronte all’uso.
Così dice il Questore: “E’ uno dei sequestri più rilevanti mai effettuati in Calabria, per quantità e qualità delle armi. Potrebbe essere l’arsenale di una o più cosche, ma non siamo ancora in grado di dirlo con precisione – ha detto Liguori – anche se abbiamo già una pista precisa da seguire. Abbiamo rintracciato il proprietario del box e il custode. Non ci sono contratti di locazione in essere. C’è qualcosa di illecito al quale stiamo arrivando, stiamo valutando tutti gli elementi e abbiamo l’idea chiara di chi cercare”.
E’ chiaro che da come si presenta in conferenza stampa il questore non sa ancora che Attanasio ha ucciso Galizia. Nonostante la telefonata del giorno prima di Attanasio alla questura. Ma dice anche, con molta sicurezza, che sanno chi cercare. Hanno un nome e un cognome in tasca.
Domanda: chi cerca la questura?
Di sicuro Galizia se stiamo a quello che i poliziotti stessi dicono. E cioè che Attanasio li chiama alle 17,00 del 26 aprile per segnalare il box dicendo che chi ne usufruisce è Damiano Galizia.
Telefona per far arrestare Galizia, magari pensa di toglierselo di torno in questo modo (se è così lo vedremo tra poco). E dunque è certo che la mattina del 27 aprile il questore, quando afferma di sapere chi cercare, si riferisce al Galizia, non certo ad Attanasio.
Anche perché, come dice lo stesso questore, un ispettore è in continuo contatto telefonico con Attanasio in “fuga”. Che evidentemente non confessa ancora l’omicidio.
Perché? E poi c’è la storia della proprietaria del box contattata dalla questura una settimana prima del ritrovamento delle armi.
La questura come l’ha saputo che c’erano armi nel box?
Loro, i poliziotti, dicono da Attanasio qualche ora prima dell’omicidio. E allora perché quello stesso box era attenzionato già da una settimana?
Non finisce qui perché una lettura alternativa c’è. Ma ve la raccontiamo domani.
1 – continua
GdD