Perché è importante parlare ancora di Piersanti Mattarella

di Chiara Pizzimenti

Fonte: Vanity Fair

Omicidi politici, depistaggi, tradimenti di Stato. Il caso di Piersanti Mattarella ha in sé tutti questi elementi e questo lo accomuna ad alcuni fra i fatti più oscuri degli anni di piombo compresa la strage alla stazione di Bologna avvenuta appena 7 mesi dopo l’assassinio del Presidente della Regione Siciliana, ideale successore di Aldo Moro, che è stato ucciso a Palermo il 6 gennaio del 1980. Sono passati 45 anni, abbastanza per avere una distanza storica dagli eventi, non sufficienti però a conoscerne tutte le verità.

Perch è importante parlare ancora di Piersanti Mattarella

Magma. Mattarella, il delitto perfetto, docufilm che ripercorre la storia del delitto e dell’indagine che collegò mafia e neofascismo, diretto da Giorgia Furlan, scritto insieme a Chiara Atalanta Ridolfi e Alessia Arcolaci, prodotto da Mauro Parissone e Laura Guglielmetti per 42° Parallelo, con Antonio Campo Dall’Orto e Ferruccio De Bortoli, è arrivato ieri sera in prima visione tv su La7, presentato da Corrado Augias in una serata speciale di La Torre di Babele.

Non un documentario chiuso in sé stesso, ma un’indagine costruita con il ritmo di un thriller che affonda le sue radici nella realtà. Il film ricostruisce l’assassinio, avvenuto sotto gli occhi della moglie e dei figli e immortalato da una foto storica di Letizia Battaglia con l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mettendo ordine fra i fatti e portando lo spettatore a porsi la domanda più difficile: chi ha davvero voluto la morte di Piersanti Mattarella? Quali legami uniscono quell’omicidio al caso Moro, alle uccisioni di Michele Reina e Vittorio Bachelet, alla strage di Bologna? Perché ancora non sappiamo chi ha ucciso il presidente della Regione Sicilia 45 anni fa?

Mattarella era uomo simbolo di un progetto politico che voleva unire Democrazia Cristiana e Partito Comunista e arrivava a rappresentare un pericolo per i poteri occulti che volevano mantenere immutati gli equilibri della Guerra Fredda. Depistaggi, silenzi e omicidi: ogni passo compiuto dal Presidente verso un’idea di cambiamento sembrava avvicinarlo al suo destino, fino a trasformarlo in uno degli uomini migliori d’Italia colpiti, probabilmente, per destabilizzare il Paese.

Ci sono testimonianze dirette e documenti recentemente desecretati che si intrecciano nel film che racconta la Storia con la S maiuscola del nostro paese. Su tutte le parole di Giovanni Falcone, giudice istruttore che indagò sul delitto e in una confidenza all’amico e collaboratore Pino Arlacchi definì l’assassinio del Presidente della Regione Sicilia un caso Moro bis. Tra i narratori ci sono il giornalista Attilio Bolzoni, Rosy Bindi, all’epoca assistente di Vittorio Bachelet, Luciano Violante, membro della commissione antimafia nel 1988 e nel 1990 quando Falcone rivela di essere convinto che nell’omicidio Mattarella si intreccino mafia e terrorismo neofascista, e Andrea Speranzoni, avvocato di parte civile nel processo per la strage alla stazione di Bologna.

Non c’è risposta alla domanda più importante: chi ha ucciso Mattarella. Lo spiega Attilio Bolzoni: «Non lo sappiamo noi e non lo sa nemmeno suo fratello Sergio, oggi Presidente della Repubblica, il primo degli italiani. Se vi pare una cosa normale.. Forse aveva ragione il venerabile, Licio Gelli, quando diceva che il delitto Mattarella era un delitto perfetto». Quel perfetto silenzio, costruito su omertà, paure e dossier segreti, è l’eredità di un magma che ribolle ancora, incandescente e incendiario, sotto la superficie della nostra democrazia.

Il docufilm è scritto da Giorgia Furlan, Alessia Arcolaci, Chiara Atalanta Ridolfi. Il montaggio di Gabriele Ciances, la fotografia di Tommaso Lusena De Sarmiento. La regia è di Giorgia Furlan, alla sua opera prima, prodotto da Mauro Parissone per 42°Parallelo con Antonio Campo Dall’Orto e Ferruccio de Bortoli come produttori esecutivi.