Perquisizione nella sede Usb. Rifondazione: “Messaggio chiaro, vogliono asservire le voci scomode”

PERQUISIZIONE NELLA SEDE USB: I LAVORATORI SONO LE VITTIME DI QUESTO SISTEMA

Ciò che è avvenuto presso la sede nazionale dell’USB a Roma è un inaccettabile segnale che indica la razionalizzazione del dissenso.
La crisi del sindacato è reale ed è sotto gli occhi di tutti, ma non è determinata dal voler procedere in direzione ostinata e contraria nella tutela dei diritti dei lavoratori: è in crisi perché ha tradito, perché si è asservito, perché ha abbandonato la lotta per la difesa dei più fragili, scegliendo in maniera più conveniente percorsi che conducono prima ad ammiccare e poi all’assorbimento.
In questo contesto l’Unione Sindacale di Base rappresenta una voce discordante, un baluardo a tutela dei lavoratori e contro una precarizzazione che produce nuovi schiavi e cancella il futuro.
Abbiamo appreso con sconcerto della perquisizione nella sede dell’USB alla ricerca di armi, dopo una segnalazione anonima.
Il messaggio, a nostro avviso, è evidente: asservire le voci scomode.
Una vicenda gravissima che ci riporta alla strategia della tensione ed ai tentativi del potere di zittire il dissenso per conservare se stesso.
La libertà dell’Unione Sindacale di Base non può in alcun modo essere sottoposta a minacce. Quanto accaduto oggi evidenzia la fragilità della nostra democrazia e calpesta il dettato costituzionale.
L’USB non ha nulla a che fare con le armi a differenza di questo governo che, addirittura, ha le mani sporche di sangue per continuare a fare affari vendendo strumenti di morte, con la sfrontatezza di eliminare anche l’IVA sulle armi mentre non trova risorse per fronteggiare il carovita che sta mettendo in ginocchio lavoratrici e lavoratori.

Calabria Resistente e Solidale
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