Piscina Campagnano, gli ex dipendenti chiamano il sindaco. Risponderà?

Ogni qual volta scriviamo nuovi particolari sulla vicenda della piscina di Campagnano di Cosenza, ne spuntano fuori altri mille. Ed aumenta la rabbia e la frustrazione degli ex dipendenti che sono stanchi di tacere e si fanno avanti in nuove denunce.

Siamo stati contattati da una miriade di persone che segnalano il marcio che gravita attorno all’ente in questione e non ci stupiamo affatto, dato come funziona la giustizia qui da noi, che ancora gli organi di competenza non stiano facendo indagini sul caso (o magari e ce lo auguriamo lo fanno a nostra insaputa).

Oggi siamo venuti a conoscenza del fatto che gli ex dipendenti della piscina hanno chiesto anche l’aiuto del primo cittadino, ma non è stata data loro nessuna risposta.

Noi lavoratori della piscina comunale di Campagnano abbiamo invocato l’aiuto del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto senza avere, ad oggi, nessuna risposta; a differenza dei sindaci delle altre strutture (Lamezia, ricordiamo l’ex sindaco Gianni Speranza che ha chiesto l’allontanamento immediato dell’azienda di gestione stracciando il contratto, o Villapiana ecc.) che hanno espresso solidarietà ai lavoratori togliendo la gestione alla Cogeis (cioè a Manna), sempre per mancato pagamento, per darla in mano ai lavoratori stessi: istruttori e personale di pulizia e manutenzione.

Anche numerosi istruttori con brevetti riconosciuti dalla Fin (Federazione Italiana Nuoto) si sono fatti avanti, perché si ritrovano nelle medesime condizioni (senza stipendio da mesi, senza contributi avendo lavorato più di 16anni nella piscina e senza la possibilità di ricevere la disoccupazione), ora sostituiti da personale senza brevetto Fin.

I settori di scuola nuoto bambini e di riabilitazione pare che adesso vengono svolti da pallanuotisti pagati però dalla società A.S.D. Cosenza nuoto che fa parte della Cogeis. E, inoltre, il cloro (che è un disinfettante utilizzato nelle piscine) viene controllato non da personale qualificato quale il precedente mandato a casa, ma da gente non competente, aggiungiamo il fatto che l’impianto di areazione per alcuni periodi non è stato funzionante, il risultato è che si sono registrati numerosi casi d’intossicazione da cloro (il tutto ovviamente nascosto agli occhi degli utenti che frequentano la piscina, ma dichiaratoci da chi ci lavorava e lavora ancora dentro).

Alcuni dipendenti della piscina che si sono infortunati nella struttura in questione non sono stati nemmeno soccorsi o accompagnati al Pronto Soccorso, raggiunto solo grazie all’intervento di parenti. I lavoratori attualmente operativi vengono pagati con cambiali o assegni scoperti.

Nell’ente hanno rappresentato i colori del Cosenza Nuoto diverse professionalità di spessore. Una di queste, che vi ha lavorato per circa 10 anni, ha affermato: “Posso dire di conoscere l’ambiente piuttosto bene. Proprio per questo mi vorrei complimentare con voi per le indagini giornalistiche che state portando avanti sulla cattiva gestione dell’impianto. Purtroppo le persone che sono a capo in quella struttura non hanno una benchè minima idea di cosa sia lo sport e pensano soltanto al proprio tornaconto. Nella speranza che qualche cosentino possa aprire gli occhi.

Condividiamo la stessa speranza e continueremo a portare avanti l’inchiesta affinchè tutti gli ex dipendenti riescano ad avere ciò che spetta loro di diritto.

Valentina Mollica