Piscina Campagnano, la “tarantella” dell’assessore Manna

Carmine Manna

Nuovi retroscena per la vicenda degli ex dipendenti della piscina comunale di Campagnano di Cosenza. Purtroppo, anche questa volta, le novità non sono positive.

La storia della Cogeis diretta dall’assessore Carmine Manna, ormai la conoscono tutti e ve ne abbiamo già ampiamente parlato (http://www.iacchite.com/la-combriccola-di-manna/Come è nota a tutti l’ingiustizia (confermata dalla causa in corso) del licenziamento dei lavoratori, nonché della mancata retribuzione dei mesi in arretrato con relativi contributi.

L’ultima novità è che il signor Carmine Manna continua a prendere tempo e avanzare proposte che appaiono assurde e denigratorie anche agli occhi di chi non è protagonista diretto della storia, per poi rimangiarsele e cadere di nuovo nel silenzio.

Partiamo da dove eravamo rimasti, ovvero dalla telefonata che ci fece il signor Roberto Gnisci, ex socio proprietario (dimessosi lo scorso 23 agosto) della piscina comunale di Campagnano. Si occupava, in particolare, dei servizi di pulizia e sanificazione impianti e manutenzione ed interventi tecnici.

Ci disse: “ la ratifica delle mie dimissioni è prevista per lunedì 28 settembre, giorno in cui è convocata l’assemblea dei soci della Cogeis. Mi auguro che anche Manna possa dimettersi, a meno che non sia in grado di rimettere in sesto la società.”

L’assemblea non si fece, né venne comunicato nulla ai legali degli ex dipendenti sul motivo del mancato incontro o se fossero previsti incontri futuri. Gli ex lavoratori rimangono sempre all’oscuro di tutto e i legali ci hanno tenuto a sottolineare che non è più possibile escluderli da qualsiasi decisione riguardante le loro stesse sorti. Ma l’assessore Carmine Manna pare non curarsene e continua nel suo silenzio assoluto.

Poi arriva una mail ai legali rappresentanti degli ex dipendenti con una proposta (a nostro parere ancora una volta indecente) da parte di Manna e del suo avvocato:

“avrebbe preso in considerazione un’eventuale riassunzione pagando una parte (forse solo un mese) di arretrato e gli altri 18 mesi nel corso dei 12 mesi.”

Noi ci domandiamo: e la legge? Ormai non abbiamo più parole da spendere in merito a tale argomento. Comunque pagare le mensilità arretrate ai lavoratori non è certo un favore da parte del proprietario della piscina, dovrebbe rientrare nei loro diritti. Pare che tutti lo abbiano dimenticato.

La controproposta degli ex dipendenti (sempre a nostro parere, fin troppo accondiscendente e qui si nota la disperazione di gente portata allo stremo) sarebbe stata la seguente: “pagare 5/6 mesi subito e gli altri nel corso dei 6 mesi, con una riassunzione di tutti quelli licenziati attraverso un contratto fatto a dovere.

Ma immaginate un po’? Manna ha negato persino di aver mandato tale mail o comunque ci ha ripensato e non se ne fa più nulla. Continua la sua linea del non pagare i suoi ex dipendenti e nessuno può dirgli nulla, tanto la legge se la fa lui a suo piacimento.

E ancora una nostra fonte che preferisce mantenere l’anonimato, ci ha svelato altre particolarità:

Se la Cosenza nuoto (A.s.d. cioè Associazione dilettantistica sportiva)  incassa i turni della mattina, del serale e di tutti gli agonisti (che sono una miriade di persone, ve lo posso assicurare), dichiara meno di 250.000 € all’anno di incassi (dovete sapere, per chi non è del settore, che le A.s.d. per legge al di sotto dei 250.000 euro all’anno non sono tenute all’obbligo delle scritture contabili) e la Cogeis che incassa solo l’utenza del pomeriggio, cioè la scuola nuoto (misera utenza rispetto a quelle che incassa la Cosenza nuoto)  produce dei bilanci di media di 2 milioni di euro all’anno (il bilancio è pubblico, basta andare alla Camera di Commercio e richiederlo) c’è qualcosa che non torna? Vi è mai capitato di iscrivervi lì in piscina per un trimestre e l’anno dopo non essere più in anagrafica? Sarà forse perché la vostra ricevuta era nel conteggio della Cosenza nuoto che superava i 250.000 euro? E magari per magia il computer vi ha cancellati? Comunque se il sindaco provvedesse a fargli pagare le utenze che da anni non pagano sarebbe un costo in meno sulle spalle dei cosentini”.

Sembra proprio che la piscina di Campagnano le inventi tutte pur d’incassare soldini e non pagare i propri dipendenti. Ritorniamo a ripetere che se il signor Manna volesse dare spiegazioni precise ai nostri lettori e soprattutto ai suoi ex dipendenti, saremmo ben lieti di ascoltarle.

Nel frattempo continueremo ad aggiornarvi sulla storia infinita della piscina di Campagnano, sperando che si concluderà con un lieto fine.

Valentina Mollica