Nel porto delle nebbie (chi ci segue sa che parliamo del Tribunale di Cosenza) da qualche mese è entrato nel vivo (dopo un paio d’anni di “traccheggio”) il processo ai danni di Carmine Manna e delle sue educatrici per la morte del piccolo Giancarlo Esposito nella stramaledetta piscina – per noi sempre più fogna – che questo signorotto viziato e fannullone gestisce insieme al padre, don Giancarlo.
Il servizio del Kinder Garden nella piscina comunale di Campagnano è stato ideato e studiato da una bravissima e grandissima persona, la signora Vinceslao, ora maestra elementare.
Ormai tanti anni fa questo servizio funzionava a dovere, almeno per la responsabilità che ci si metteva nei confronti dei bambini.
Poi il signor Carmine Manna ha cominciato a vederci begli introiti (dai 45.000 ai 60.000 euro puliti in due mesi) e addirittura fino a qualche anno fa (diciamo tre o quattro) il Kindergarden non era neanche coperto dall’assicurazione.
L’assicuratore all’epoca era la SAI assicurazioni di piazza Kennedy (Gaspare Aiello). È tutto tracciabilissimo. Poi il signor Aiello non ne volle sapere più perché diventavano oggettivamente troppi i bambini che si facevano male giocando a pallone nello spazio esterno della struttura…
Da allora l’illustrissimo Carmine decise di dare 2.000 euro, più o meno, alla zia Franca Manna (da giugno a settembre), che nella piscina gestisce il negozietto di articoli sportivi, dove ovviamente non esiste e non è mai esistito nemmeno un registratore di cassa, e di gestire il Kindergarden direttamente con la sua famiglia.
L’ associazione “I Pagliassi” ha avuto un contratto per gestire l’ intrattenimento dei ragazzini per i giochi a terra così come un’altra associazione, gestita da due titolari, una delle quali è oggi un assessore sempre vicino al nostro grandissimo sindaco Occhiuto.
Basta vedere da quanti anni è attivo il servizio Kinder Garden e da quanto tempo l’assicurazione ha cominciato ad includere il servizio nella copertura assicurativa.
Non sapete quanti braccini si sono rotti i bambini che al Kinder Garden giocavano fuori a pallone solo perché Carmine Manna non riteneva una spesa giusta chiamare qualcuno che con terra o sabbia andasse a tappare i buchi rimasti scoperti dopo aver tolto gli irrigatori sul prato.
Una delle due socie che per un paio d’anni ha gestito il Kinder Garden per i giochi all’aperto è stata Rosaria Succurro, ieri assessore e collega di Carmine Manna, oggi sempre assessore ma non più collega del Manna.
Ad un certo punto quando il servizio ha cominciato a prendere piede, fuori se vi ricordate, non esisteva nemmeno una copertura ma solo un tendone di plastica che aveva sotto due tavolini per far disegnare i bambini nelle ore più calde.
Ma non avete idea del caldo che c’era lì sotto dalle 11 in poi (fino alle 14, quando poi i ragazzini andavano via). Allora, da una fontanella a bordo vasca e con una pompa si pensava bene di bagnare i bambini in massa, in maniera ripetuta durante la mattinata (come quando al cane fa caldo in giardino che lo si bagna con la pompa per dargli un po’ di refrigerio) e dar loro un succo di frutta comprato rigorosamente al LIDL (a prezzo stracciato).
Poi la “grandiosa” idea di comprare per 2.200 euro una piscina fuori terra da mettere sul prato del Kindergarden, ovviamente di profondità di 1 metro e 20 (per niente idonea a dei bambini piccoli).
Poi c’era la pizzetta o la ciambella del panificio Russo ma ovviamente non tutte e tre le cose insieme (succo di frutta, pizzetta e ciambella): una cosa al giorno…
Finalmente, dato che Carmine Manna non voleva mai investire ma solo ed esclusivamente incassare, il padre Giancarlo intervenne facendo realizzare, ma dopo anni, una copertura in legno di 12.000 euro da un suo falegname di fiducia.
1 – (continua)