Si muovono lungo la costa, i sei battelli raccogli rifiuti recentemente varati dalla Regione per la pulizia degli specchi d’acqua. Ma indifferente, il mare continua ad alternare fasi “top e blob” capaci di influenzare gli animi di bagnanti e di imprenditori balneari. E anche ieri, in alcuni tratti, era colorato di verde; quel verde che scolora la speranza di chi ha investito nella stagione turistica e da un paio di giorni fa i conti con chi chiede di annullare gli abbonamenti e la relativa restituzione dei soldi… altri ombrelloni si chiudono in zona Colamaio: «Questa mattina (ieri ndc) tre abbonati hanno voluto i soldi indietro – racconta scoraggiato un imprenditore –, e sono andati via. Il nostro impegno sta… annegando».
Inoltre qualche operatore aveva pensato di portare l’acqua per fare delle analisi a carattere personale «ma l’hanno vietato. Non si possono eseguire analisi…». Tuttavia più che un divieto, bisogna precisare che per non rifiutare i campioni, occorre garantirne integrità e affidabilità: standard di prelievo e trasporto sono rigorosi per evitare alterazioni dei risultati; tant’è che gli stessi tecnici Arpacal, in loco seguono linee adeguate, in rispetto anche a temperature e tempistiche.
Comunque, i controlli sulla qualità della balneazione vanno avanti ed ancora oggi non si registrano divieti. La task force voluta dalla procura formata da Guardia costiera, carabinieri territoriali e forestali prosegue inarrestabile e nei prossimi giorni l’Arpacal darà riscontro ai loro campionamenti ma già ieri ha comunicato che “tutti i punti monitorati sono conformi”. Fermo restando che quelli attuali sono accertamenti che non inficiano la balneazione, poiché concernono controlli su strutture private, inoltre, le irregolarità riscontrate sulla parte alta di Pizzo sono state sanate (dietro ripristino e sanzioni).
Ora i controlli si sono spostati sul litorale, verso località Marinella. E contestualmente anche Arpacal sta procedendo in modo autonomo, col laboratorio mobile. Si cercano di rintracciare le cause e dai controlli che Arpacal svolge con le forze dell’ordine emerge come le pressioni ambientali non risparmino nessuno richiamando tutti alla responsabilità, dal Comuni dell’entroterra a quelli costieri, dai singoli cittadini agli amministratori di residence e villaggi, dai gestori degli impianti di depurazione alle aziende zootecniche, agricole, florovivaistiche…
Intanto, la proliferazione algale continua a fare capolino e vi sono zone in cui si manifesta maggiormente soprattutto presso località San Giorgello, Colamaio e Difesa, ma c’è chi ormai si è rassegnato e, verde o cristallino, non rinuncia al tuffo un mare, dimostrando una certa resilienza… Fonte: Gazzetta del Sud