Politica&Padroni, iGreco e il giallo dei 340mila euro mai versati

Alimentitaliani, si cercano acquirenti ma intanto ok a Cigs | Ex Novelli, nodo doppio sequestro | Firmato l’accordo per la proroga della cassa integrazione fino a dicembre per 130, Cigo per 18 al pastorizzatore di Spoleto | La storia delle cessioni, l’inchiesta e il giallo dei 340mila euro

di Sara Fratepietro 

Ancora qualche giorno per capire se esiste una rapida possibilità di rilancio di quello che rimane dell’ex gruppo Novelli. Le cui aziende sono in parte interessate da fallimento ed in parte sotto sequestro. Mentre sulla delicata questione che vede al centro l’Umbria ci sono inchieste giudiziarie, azioni civili e procedure per la cessione. Il tutto con i lavoratori che stanno alla finestra e per parte dei quali (130 tra Terni e Amelia) è stata siglata la proroga della cassa integrazione straordinaria, mentre per altri 18 (quelli del Pastorizzatore di Spoleto) è arrivato l’ok per la Cigo, la cassa ordinaria.

La storia dell’ex Gruppo Novelli e il Cda tecnico

Per capirci qualcosa sulla sempre più intricata vicenda vale sempre la pena fare diversi passi indietro e ripercorrere la storia dall’inizio, per non perderne alcuni passaggi. Ricordando come il Gruppo Novelli, titolare di importanti marchi come Ovito ed Interpan, con sede legale a Terni ma sedi operative anche a Spoleto ed Amelia e non solo, dopo anni di difficoltà economiche, pur rimanendo di proprietà della famiglia Novelli, era finito sei anni fa in amministrazione straordinaria (con i debiti che però sono continuati a lievitare e sarebbero addirittura raddoppiati).

Il Cda tecnico, guidato dal professor Alessandro Musaio, aveva avviato le procedure per la cessione, finite nel dicembre del 2016 con la vendita al prezzo simbolico di 1 euro di tutte le società del gruppo ad una società appena costituita facente parte della holding calabrese iGreco (afferente all’omonima famiglia Greco): Alimentitaliani. Il tutto con l’avallo del ministero dello Sviluppo economico, nonostante la contrarietà dei fratelli Novelli e nonostante vi fossero offerte economicamente rilevanti per i vari rami aziendali (che avrebbero però portato ad uno ‘spacchettamento’ del gruppo).

Le offerte snobbate ed i fallimenti

Secondo quanto rivelato nelle scorse settimane da Il Messaggero, erano giunte due anni fa all’advisor incaricato dal Cda tecnico 39 manifestazioni di interesse, poi scremate ad 8. Tra queste c’era chi proponeva un investimento di 10 milioni di euro, chi chiedeva in affitto il ramo uova, con possibilità di successivo acquisto (si parla di cifre che vanno da circa 15 a 21 milioni di euro), mentre per il pane c’era una proposta da 4,5 milioni. C’era anche chi voleva soltanto il pet food, che era stato abbandonato negli ultimi anni.

La proposta di Alimentitaliani, invece, caldeggiata dal Mise, prevedeva l’acquisizione delle quote ad 1 euro, impegnandosi al versamento nelle casse della società di 1,5 milioni subito e poi alla realizzazione di un piano industriale – di cui si avrà però traccia soltanto nelle settimane successive – con investimenti per svariati milioni di euro. Nel giro di 12 mesi esatti, però, non solo gli investimenti non sono arrivati, ma praticamente tutte le società del gruppo, e lo stesso Gruppo Novelli ormai rimasto una scatola vuota, sono state dichiarate fallite.

Salvo le società agricole, ritenute dei “gioiellini”, scorporate nel silenzio e passate nelle mani di un’altra società de iGreco; almeno fino al loro sequestro, avvenuto due mesi fa. Seguito, proprio qualche giorno fa, da un nuovo sequestro. E’ infatti stato dichiarato fallito (dal Tribunale di Terni il 27 aprile 2017) il Gruppo Novelli, in capo al quale dopo la cessione delle società erano rimasti solo i debiti (finora sono state convocate 21 udienze con le centinaia e centinaia di creditori, l’ultima il 3 maggio).

Ma è fallita anche Alimentitaliani, dopo la non ammissione al concordato preventivo chiesto dall’amministratore unico Saverio Greco, su decisione del Tribunale di Castrovillari (CS) il 15 dicembre 2017, sentenza pubblicata una settimana dopo e che prevede la continuità aziendale fino al 22 dicembre 2018. E fallita, con decreto del Tribunale di Terni, anche la Novelli Service (attiva nel settore dei trasporti), a gennaio 2018.

L’inchiesta per bancarotta fraudolenta, mancano all’appello 340mila euro

Uniche società non dichiarate fallite sono Fattorie, Bioagricola e Cantine Novelli. Quelle che, nel silenzio, a inizio febbraio 2017, dopo essere transitate in Alimentitaliani, sono state cedute alla Poderi Tommaso Greco ed a Cataldo Greco, sempre nell’orbita de iGreco. Cessione – motivata con la possibilità in questo modo di chiedere più fondi per il Piano di sviluppo rurale – avvenuta una ventina di giorni prima che Saverio Greco avanzasse l’istanza di concordato preventivo davanti al Tribunale di Castrovillari. Ma lo stesso scorporo dei “gioielli” societari è stato anche tra le motivazioni che hanno spinto i giudici a dichiarare il fallimento di Alimentitaliani. Con il giallo dei soldi mai versati: circa 340mila euro.