ALTRO CHE GALLINE QUESTO È … IL GIOCO DELL’OCA!
MA PERCHÈ FATTORIE NOVELLI DEVE FALLIRE?
di Stefano Lucidi (senatore Umbria M5S)
Nel gioco dell’oca c’è una casella micidiale, quella che se ci caschi dentro torni all’inizio del percorso perché alla Ex-Novelli sta accadendo proprio questo, infatti dopo l’annuncio del fallimento di Alimentitaliani, c’è stato un incontro al MISE e gli organi di stampa hanno riportato al termine di questo incontro che: “davanti al vice ministro Teresa Bellanova è emersa una novità sostanziale: l’attuale proprietà delle società cedute, la Poderi Greco Tommaso (iGreco, ndr), è pronta a “restituirle”. In questo modo anche Fattorie, Bioagricola e Cantine rientrerebbero nel fallimento di Alimentitaliani”.
E il motivo quale sarebbe scusate? perché la parte sana (good-company) del vecchio gruppo, cioè Fattorie, Bioagricola e Cantine dovrebbe entrare dentro un fallimento? Un fallimento di una società che è stata separata da circa un anno?
Praticamente un imprenditore acquista un’azienda, che fa parte di un gruppo più grande, e quel che resta del gruppo dopo un anno fallisce e quindi si torna indietro?
E per quale ragione i lavoratori di Spoleto adesso dovrebbero accettare questo passo indietro? Verrà fatto un nuovo accordo, una nuova vendita? I lavoratori saranno nuovamente chiamati ad esprimersi mediante un referendum? Per quale motivo il nuovo imprenditore dovrebbe tornare indietro e cedere tutto, visto che anche i giornali parlano di “gioiellino”!?
È evidente che un motivo c’è, ed è plausibile, ed è immaginabile che la motivazione derivi proprio da cosa c’è scritto dentro la sentenza di fallimento scritta a Castrovillari. Una sentenza con esito molto pesante sopratutto se pensiamo che proprio in queste ore è iniziata la fase di audizione dei creditori dell’azienda madre, il Gruppo Novelli, con oltre 700 soggetti che vantano crediti sulla questa società.
Non è difficile allora a questo punti ipotizzare una reazione a catena che porti Fattorie dentro Alimenti e nuovamente tutto dentro Novelli.
Mi chiedo: ma i lavoratori spoletini e le famiglie spoletine sono un barattolo di marmellata, che lo sposti dove ti fa comodo? Ma i politici umbri si rendono conto di cosa avviene o no?
Questa è una vicenda davvero incredibile, sulla quale pesa la totale incapacità gestionale e lungimiranza della politica umbra, ternana, spoletina e amerina e quella dei sindacati. Soggetti politici sui quali i cittadini devono far calare una pubblica vergogna.
Nel tempo che rimane, perché gli amministratori spoletini, in particolare Maria Elena Bececco e Giampiero Panfili, non alzano barricate per difendere l’azienda spoletina?