Politiche 2018, caro Alessio non provo più rabbia: solo rassegnazione e disgusto

La riflessione del giovane Alessio Tundis sull’emigrazione dei giovani calabresi ha lasciato il segno (http://www.iacchite.com/politiche-2018-cara-calabria-arrabbiato-ci-lasci-andare-via-tutti/). Virale sul web, è come una frustata in faccia ai politici corrotti che ci affamano da decenni. Oggi ci scrive un ex professore di Alessio, che ci restituisce un’altra angolazione dello sfogo del ragazzo, se possibile ancora più amara. 

Alessio Tundis è stato mio alunno all’alberghiero di Paola. Un ragazzo come tanti, pieno di progetti, di sogni, affamato di futuro, che voleva costruire in questa terra. Adesso lo vedo in procinto di prendere un aereo e di lasciare la Calabria così come fanno in tanti. Parte e nello stesso tempo lancia un grido pieno di sofferenza che probabilmente sarà destinato a rimanere inascoltato, invece di sollevare le coscienze e non solo quelle. Anch’io qualche anno fa, giovane come lui, sono partito ma poi – come Alessio dice – questa terra, che ti porti sempre nel cuore, è come una calamita e sono tornato. Pensavo che le cose potessero cambiare. Ho provato nel mio piccolo a farlo ma invano. La vivo come una sconfitta. Leggere la sua lettera sul vostro giornale mi provoca tanta amarezza. Non provo più nemmeno rabbia, perché quando si vive nella melma, si prova solo rassegnazione e disgusto. E’ possibile cambiare? Nulla è impossibile. Io credo che sarà molto difficile se prima non “eleggeremo un nuovo popolo”.

Antonio Francesco Pezzi