Pd, gli sponsor della Schlein. Chi è Nico Stumpo, il braccio destro di Bersani che oggi conta più di Madame Fifì

Nico Stumpo in Calabria è stato l’uomo del giorno per diverso tempo. A molti il suo nome non dirà nulla, visto che si tratta di un politico calabrese che non ha mai lasciato traccia di se per atti concreti a favore della nostra terra nonostante sia parlamentare dall’ormai lontano 2013. E’ diventato l’uomo del giorno perché è riuscito in una impresa che ha del clamoroso. Ha convinto l’ormai ex segretario del Pd Letta a dargli il primo posto nel listino bloccato alla Camera saltando sulle orecchie nientepopodimenoche alla terribile magara Madame Fifì, al secolo Enza Bruno Bossio e quindi anche al marito Nicola Adamo. Di conseguenza, all’epoca, molti calabresi si chiedevano: ma chi cacchio è ‘sto Nico Stumpo se è più potente di Capu i Liuni e di Madame Fifì? E se lo chiedono ancora di più oggi perché tutti hanno appreso, in qualche modo, che i più grandi (si fa per dire) sponsor calabresi della neoeletta Elly Schlein sono Stumpo e Guccione. E se Carletto il maialetto ormai è noto a tutti, questo Stumpo invece continua ad essere un soggetto “misterioso”. 

Nicola Stumpo detto Nico è deputato alla Camera dal 2013, per il Partito Democratico prima e successivamente con Articolo Uno, con cui viene rieletto nel 2018. Nato a Catanzaro nel 1969, ma originario di Cotronei, dopo essersi diplomato da geometra, Stumpo si è trasferito nel 1988 a Roma, dove tuttora vive, per studiare Ingegneria all’Università degli Studi “La Sapienza”, senza tuttavia conseguire la laurea perché abbandona gli studi per concentrarsi sull’attività politica.

Abbiamo dunque un primo indizio: Nicola Stumpo detto Nico è un ingegnere mancato e s’è fatto le ossa a Roma, dove ha sfondato in politica.

Ora, chiaramente, vorreste sapere “come” ha fatto politica e noi siamo qui per questo, se no che ci stiamo a fare? I suoi biografi dicono che ha iniziato a fare politica in modo attivo a Roma nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano, partecipando alle attività politiche e, come ha raccontato in un’intervista a Tommaso Labate, prendendosi anche la «prima manganellata da un poliziotto» durante una protesta contro il sindaco di Roma democristiano Pietro Giubilo.
Me cojoni, direbbero a Roma…

Abbiamo dunque un secondo indizio: il giovane Stumpo ha preso addirittura una manganellata da un poliziotto ma sinceramente non sappiamo se l’ha presa in testa (e non sappiamo manco se all’epoca era già pelato o aveva i capelli) o da qualche altra parte del suo massiccio (ci dicono gli esperti) fisico.
Schierato contro lo scioglimento del PCI, dopo la svolta della Bolognina di Achille Occhetto nel 1989, appena ventenne, aderisce prima a Rifondazione Comunista di Armando Cossutta e Fausto Bertinotti, e poi nel 1995 ai Movimento dei Comunisti Unitari di Famiano Crucianelli.

Incarichi di partito

In seguito nel 1998 confluisce, coi Comunisti Unitari, nei Democratici di Sinistra (DS) di Massimo D’Alema, diventandone a 29 anni Responsabile nazionale per le politiche sociali nella sua organizzazione giovanile: la Sinistra Giovanile. Con questo ruolo nel 2000 aveva proposto al congresso dei Ds un documento per depenalizzare le droghe leggere e la sperimentazione dell’eroina ai tossicodipendenti sotto controllo medico. Un anno dopo, in un’intervista a Luca Telese, ha spiegato di aver fatto uso lui stesso di droghe leggere…
Dunque, siamo arrivati addirittura al terzo indizio. Il trentenne Stumpo, che da comunista puro s’è buttato con D’Alema (che a chiamarlo comunista ci vuole un certo coraggio), ha anche fumato spinelli (!) mentre non ci spiega se – almeno qualche volta – ha provato l’eroina ma tant’è…

Al congresso dei DS del 2001 a Pesaro, Stumpo – che probabilmente s’è rotto i coglioni del “comunismo” di D’Alema – sostiene la mozione di Piero Fassino alias lo stoccafisso come segretario del partito. Nello stesso anno è diventato Responsabile del tesseramento dei Ds, ruolo che ha ricoperto fino al 2003. Poi entra a far parte della segreteria nazionale di Fassino, rimanendovi fino allo scioglimento del partito nel 2007, quando confluisce nel Partito Democratico, diventandone abbastanza presso membro della Direzione Nazionale.

Stumpo e il Pd

Alla soglia dei 40 anni, il maturo Stumpo, di conseguenza, approda nel grande calderone del Partito Democratico. Il Nostro, visto che non è diventato ingegnere, campa evidentemente con i soldi del Partito, anche se ancora non s’è azzardato ad avanzare formale richiesta di un “posto fisso” o quantomeno di un posto al sole. Ma è abbastanza chiaro che il grande momento si sta avvicinando.

E così alle elezioni primarie del Pd nel 2009 Nicola Stumpo detto Nico sostiene la mozione di Pier Luigi Bersani, ex ministro dello Sviluppo economico nel secondo governo Prodi, che risulterà vincente con il 53% dei voti, e il successivo 24 novembre 2009 Bersani, neo-eletto segretario del Partito Democratico, lo nomina come Responsabile dell’Organizzazione del partito nella sua segreteria nazionale. Finalmente il Nostro Nico s’è piazzato al meglio e, cosa certamente più importante, è diventato a tutti gli effetti il braccio destro di Bersani, mica pizza e fichi… Ormai nessun traguardo gli può essere precluso e alle elezioni politiche del 2013 viene candidato ed eletto alla Camera dei Deputati, tra le liste del Partito Democratico nella circoscrizione Calabria.

In Calabria, nel 2013, nonostante l’affermazione del centrodestra su scala regionale (30,18% contro il 28,32% del centro/sinistra), è il Pd che elegge il numero più alto di deputati, ben 9 (Rosy Bindi, Alfredo D’Attorre, Enza Bruno Bossio, Nicola Stumpo, Demetrio Battaglia, Ernesto Magorno, Bruno Censore, Nicodemo Nazzareno Olverio e Stefania Covello). Eletto anche uno di Sel (Ferdinando Aiello perché Vendola ha rinunciato in quanto capolista in tutte le Regioni), e uno di Centro Democratico (Franco Bruno). Una bella congrega di parassiti sociali, non c’è che dire, che ci porta all’ultimo indizio utile per descrivere compiutamente il soggetto protagonista: Nicola Stumpo detto Nico altri non è che un faccendiere, oltre a un parassita sociale che campa con la politica. 

Stumpo lascia il Pd

Il 20 febbraio 2017 Stumpo abbandona il Pd insieme ad altri esponenti della “minoranza Dem”, tra cui gli ex segretari del Pd Guglielmo Epifani e Bersani, Massimo D’Alema e Roberto Speranza, a causa di un acceso dibattito con la maggioranza per la linea attuata dal partito sotto la segreteria di Matteo Renzi. Cinque giorni dopo, assieme a Bersani, D’Alema, Speranza, Epifani, ad Arturo Scotto, Enrico Rossi e Vasco Errani creano un nuovo partito di sinistra chiamato (allora) Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista (MDP), formato da parlamentari fuoriusciti dal Partito Democratico e da Sinistra Italiana.

Si arriva così alle elezioni politiche del 2018 dove nasce la lista di Leu con Articolo 1 e Sel insieme. Nico Stumpo, da bravo braccio destro di Bersani, per non sbagliare colpo decide bene di occupare i due posti di capolista nei due collegi della Calabria non sapendo bene a quale dei due collegi sarebbe scattato l’unico seggio preventivato per Leu. Mossa azzeccata e infatti viene eletto nel collegio Nord della Calabria.
A novembre 2020 viene nominato tesoriere (insomma, tiene la “cassa”…) di Articolo Uno, incarico che gli viene confermato con la rielezione di Speranza a segretario nel 2022.

ELEZIONI POLITICHE 2022: UN POSTO A ME E UNO A TE. IN CULO ALLA SINISTRA

A) ARTICOLO 1
Si arriva ad oggi. Scesi dal treno di Leu e riguadagnati ognuno la propria autonomia, Sel e Articolo 1 decidono bene di intavolare trattative super segrete con Enrico Letta per un pugno di posti in più. Naturalmente è sempre Nico Stumpo protagonista, insieme a Roberto Speranza, dell’accordone con il Pd di Enrico Letta. Articolo 1 farà la lista insieme al Pd in cambio di quattro, cinque posti sicuri. E non c’erano dubbi, per come in effetti è avvenuto, che sarebbe stato Nico Stumpo a capeggiare la lista Democratici e Progressisti in Calabria.

Così Nico Stumpo è riuscito a saltare sulle orecchie di Madame Fifì e del marito: è bastato buttarsi con Bersani, diventare il suo braccio destro, allearsi con Speranza e intavolare trattative segrete con Letta per sbarazzarsi finanche della coppia più diabolica della politica calabrese. C’è davvero da fargli i complimenti, si può tranquillamente affermare che Nico Stumpo, non essendo diventato ingegnere e facendo il politico ormai da decenni, sia il faccendiere più scaltro della politica calabrese. Peccato che il termine “faccendiere”, come vedremo presto non gli piace e non gli scenda giù, ma la realtà dei fatti, che comprende anche altri episodi, questa è.

B) SINISTRA ITALIANA. CIAO DE MAGISTRIS CIAO
Poi arriva il via libera di Nicola Fratoianni dopo una sceneggiata penosa. Non ci dimentichiamo che questo è lo stesso Nicola Fratoianni, e questa è la stessa Sinistra Italiana che l’anno scorso appoggiarono Luigi De Magistris a presidente della Regione Calabria, con propri candidati, affermando che il Pd era un partito di potere e irrecuperabile. Oggi a Nicola Fratoianni sta bene Enrico Letta e non più De Magistris, e si vocifera che Letta anche a lui abbia garantito l’elezione di due candidati di Si nei collegi uninominali. Però questa volta sarà dura che ci sia un calabrese. Pino Tassi, che ha guidato Sel a Vibo per qualche tempo, commentando tutto questo lavorìo ha sintetizzato così l’atteggiamento di Stumpo e Fratoianni: ‘nto culo alla sinistra… Ed è davvero il minimo che si possa concludere.

Ma questa è solo la prima parte della biografia di Nicola Stumpo detto Nico, perché ancora dobbiamo darvi conto di altre vicende, tra le quali c’è quella – tutta da ridere e da gustare – della querela che il Nostro ha presentato ai danni di Iacchite’ per alcune tragicomiche vicende della sanità cosentina. A presto.