Politiche 2022, Fausto Orsomarcio e la sua “carriera”: un pallone gonfiato a un passo dal Senato

“Ci nni vù bene ara Calabria?”. Con questo slogan nel lontano 2010 un giovane e rampante Fausto Orsomarso si candidava nelle liste del Pdl come consigliere regionale. A distanza di 12 anni vale la pena di fare un bilancio su cosa abbia dato alla Calabria questa mente eccelsa, soprattutto in considerazione del fatto che Fratelli d’Italia lo propone come capolista al Senato, praticamente una candidatura “quasi” blindata. Addirittura in contrapposizione a quella di Mario Occhiuto, il fratello del presidente-parassita, in pratica sfidandolo…

Il Braveheart de noantri (nello spot elettorale così si presentava), che obiettivamente ha poco a che fare con l’eroe dell’indipendenza scozzese, non ci ha messo molto a farsi riconoscere. Strizzava l’occhio ai fascisti ma sotto sotto già da giovane era peggio dei… democristiani e le cronache ci raccontano che insieme al suo vecchio socio di “pubblicità” (aveva un’agenzia che si chiamava “Orsa”) rubava i soldi dei poveri per darli ai suoi ricchi clienti figli di papà, un Robin Hood ara ‘mmersa, altro che Bravehart (https://www.iacchite.blog/calabria-etica-i-soldi-dei-poveri-anche-ai-clienti-di-fausto-orsomarso/). 

E così, dopo avere fatto qualche inevitabile cambio di casacca tra Alleanza Nazionale e Forza Italia, strada facendo è riuscito a diventare assessore regionale al Lavoro, Sviluppo economico e Turismo in quota Fratelli d’Italia. E’ proprio in questa funzione o sarebbe meglio definirla finzione, che Orsomarso ha dato il meglio di se con una serie di figuracce prima e risultando alla fine per inconcludenza totale forse il peggior assessore che i calabresi ricordano.

Sembra ieri quando nell’estate del 2021 tutta l’Italia rideva per la sua affermazione che “Il nostro mare è in salute e in alcuni casi paga il fenomeno della fioritura algale”, affermazione che avveniva mentre noi calabresi nuotavamo nella melma che lui definiva appunto “fioritura algare” che, combinazione, galleggiava, puzzava come la melma e arrivava solo in orari prestabiliti. La mattina alle 9 i turisti si alzavano e andavano in bagno e puntuale come un treno giapponese alle 10.30 arrivava la “fioritura algale”. Proprio grazie a questa enorme “stronzata” Orsomarso è riuscito a battere persino Oliverio che era in pole position con il suo celebre “mare da bere” (che non ha mai bevuto) del 2018.

La cosa triste è che nessuno dei nostri politici ha mai affrontato seriamente il problema del mare (compreso Occhiuto che si è svegliato a luglio e ha fatto solo un sacco di chiacchiere senza NESSUN  risultato), forse loro vanno in vacanza altrove – Robertino in particolare si fa vedere spesso in Sicilia con la nuova compagna… – o siccome il mare non vota non gli interessa. In quell’estate Orsomarso ha nuovamente fatto comprendere di che pasta è fatto sponsorizzando aggregazioni e concerti in piena pandemia con video vari, senza tener conto di tutte le direttive sanitarie che sconsigliavano manifestazioni e comportamenti di questo tipo. E facendo ancora figure barbine: epica quella con tale Bob Sinclair…

A seguire le Terme Luigiane, il suo capolavoro; In accordo con una serie di furfanti a lui vicini, Francesco Tripicchio (detto psiconano) sindaco di Acquappesa, Vincenzo Rocchetti (detto il galeotto) sindaco di Guardia, Pitruzzo Manna segretario comunale di Acquappesa in quota Orsomarso e Valerio Zicaro (detto o’ professore) pseudo avvocato anche lui in quota Orsomarso, il nostro caro assessore decide di distruggere una tra le poche cose che funzionano in Calabria per impossessarsene, le Terme Luigiane. L’imprevedibile testardaggine di molti dipendenti che non si sono fatti intimidire dalle sparate dell’assessore (tipo “voi lavoratori siete dei miserabili” e tante altre) e la loro resistenza coriacea ha fatto in modo che alla fine Orsomarso non conclude nulla e in seguito viene messo da parte da Occhiuto che si impossessa di tutto, sempre in maniera truffaldina, ma questa è un’altra triste storia calabrese. Orsomarso, messo fuori dai giochi dal suo capo, comunque due cose in questa vicenda le guadagna, la prima è una bella indagine sul suo operato tuttora in corso e la seconda è il nomignolo “Orsomarcio” che purtroppo per lui si porterà vita natural durante perché mai soprannome fu più azzeccato.

Per il resto l’assessore verrà ricordato dai calabresi solo per: essere un giocatore di carte a livello patologico (e in quel di Paola molti lo sanno) e per far ciò usare la Regione ogni venerdì come un bancomat (e in Cittadella ai piani alti lo sanno tutti), essere proprietario di quote di alcuni locali e ristoranti molto frequentati in maniera non ufficiale, cosa da lui stesso candidamente ammessa in più occasioni (sarebbe interessante capire perché un politico debba mantenere quote “in nero” di locali intestate fittiziamente ad amici). Orsomarcio verrà ricordato anche per l’essere un grande spavaldo e ha raggiunto il suo massimo quando si è presentato alla questura di Cosenza denunciando un finto ordigno trovato sotto la sua auto quando tutti sapevano benissimo che si trattava di un apparecchio installato dalla Procura di Paola per intercettarlo e seguirlo.

Orsomarcio verrà inoltre ricordato perché ama definirsi, oltre che un politico, un imprenditore di successo, peccato che nessuno abbia mai visto queste sue famigerate imprese. Verrà ancora ricordato perché di punto in bianco, e molti lo sanno sin dai tempi in cui era consigliere comunale a Cosenza, straparla e sconclude e molto spesso in queste condizioni “alterate” fa dei video nei quali non si capisce cosa voglia dire (come quello record di 59 minuti del 23 luglio 2021 sul mare invaso da “fioritura algale” e sulla vicenda delle Terme Luigiane o quello in cui annuncia l’apertura degli impianti di Lorica che in realtà non aprivano… forse aveva sbagliato piste..). Orsomarcio verrà infine ricordato per lo smisurato aumento di volume del suo corpo avvenuto da quando è assessore, molti lo chiamano il “pallone gonfiato”, e questo per i calabresi è terribile perché è come se si trovassero due Orsomarci al posto di uno. E come dimenticare l’acquisto dei famigerati gadget sputtanato addirittura da Occhiuto, che l’ha lasciato praticamente in mutande per diverse settimane “costringendolo” a patetici tentativi per provare a “piazzarli” da qualche parte e rendendosi ancora più ridicolo al suo paese, a Fagnano, dove ormai quando passa ride tutte la città… 

Ora è a un passo dal Senato e ci sono due scuole di pensiero, da una parte alcuni, fra cui molti lavoratori e dirigenti della Regione, sostengono che sia meglio votarlo perché almeno a Roma dovrebbe fare meno danni e la smetterebbe di rompere le palle a tutti, dall’altra quelli che sostengono che se continuiamo a mandare a Roma soggetti di questa caratura la Calabria resterà per sempre la barzelletta fra le regioni italiane. Ma, vista l’aria che tira, sarà davvero difficile che non ce la faccia a diventare “senatore”. Si spera, almeno, che la sua performance risulti “fatale” a Mario Occhiuto. Ecco, se dovesse andare davvero così: Orsomarcio dentro e il cazzaro fuori, forse il panzone avrebbe fatto la prima cosa buona della sua esistenza. Incrociamo le dita.