Ponte, i Comuni delle due sponde: “Se il nuovo decreto sdogana il progetto-spezzatino, stop alla conferenza dei servizi”

di Alessia Candito

Fonte: Repubblica

Il progetto definitivo del Ponte presentato dalla Stretto di Messina “sarà diverso e altro” rispetto a quello già presentato, quindi la conferenza istruttoria sulla maxiopera va sospesa ora. Anche perché, se il decreto legge 89 ha sdoganato il progetto spezzatino – la cosiddetta l’approvazione per “fasi costruttive” – allora sarà necessaria un conferenza dei servizi per ogni singolo step.

È questa la richiesta arrivata al ministero dei Trasporti con identica nota dai sindaci delle due sponde dello Stretto, Giusy Caminiti di Villa San Giovanni, Giuseppe Falcomatà di Reggio Calabria e Federico Basile di Messina, che chiedono uno stop immediato a termini e procedure relative alla maxi-opera. Inaccettabili, a detta delle amministrazioni, nel merito e nel metodo.

Nei giorni scorsi sono scaduti i termini della proroga concessa a Comuni e altri enti per presentare critiche, obiezioni e osservazioni al progetto, ma il lasso di tempo concesso ai territori è di gran lunga minore di quello accordato alla Stretto di Messina. Risultato? La società avrà tempo fino a settembre per presentare carte, documenti e nuovi studi nel tentativo di sciogliere i 239 nodi tecnici e strutturali messi in fila dal ministero dell’Ambiente. E che ci fosse necessità di mesi per portare a termine verifiche e studi necessari lo ha messo nero su bianco la stessa Stretto di Messina, nel chiedere una dilazione nei tempi di consegna.

Nuovi elementi che Comuni e Enti non hanno avuto modo di conoscere prima di presentare le proprie obiezioni, per le quali – si spiega nella nota che le tre amministrazioni hanno inviato al Mit – ci si è potuti basare su un elaborato che “non assurge da alcun punto di vista (tecnico-progettuale, economico, ambientale, paesaggistico) al livello di progettazione definitiva e risulta mancante di studi di dettaglio e di un progetto di cantierizzazione che possano permettere agli enti locali interessati valutazioni esaustive e complete”. Traduzione, per una vera e reale del progetto è necessario che la Stretto di Messina mostri le carte, vere e aggiornate. Ma ci vorranno mesi perché siano pronte.

Tutte obiezioni già in passato fatte presente e su cui il ministero di Matteo Salvini ha omesso di pronunciarsi, limitandosi a concedere una generica proroga. Adesso però si aggiunge un nuovo capitolo di polemica. Con l’ultimo decreto legge in materia di infrastrutture, si è deciso di “aggiornare” le modalità di approvazione del progetto esecutivo.

Per il Ponte si potrà procedere per “fasi costruttive”. Una norma che ha fatto saltare dalla sedia amministrazioni, ambientalisti e comitati che temono di vedere il proprio territorio coprirsi di inutili cattedrali nel deserto come “il sarcofago” che ancora troneggia a Villa San Giovanni. Ma soprattutto – spiegano i Comuni – pone una serie di problemi procedurali. Primo, il decreto non è stato convertito e già questo dovrebbe portare ad uno stop della conferenza dei servizi. Secondo, qualora di dovesse procedere alla conversione, bisognerebbe indire una conferenza dei servizi specifica per ogni fase costruttiva.

Da qui la richiesta – perentoria – di sospensione dei termini della conferenza istruttoria di cui in oggetto fino al termine della procedura di Valutazione di impatto Ambientale. Ma non è certo l’unica trincea su cui le amministrazioni sono intenzionate a dare battaglia. Perché quel decreto legge non convince, è emerso in dettaglio durante le audizioni in commissione Ambiente. E lo scontro al riguardo potrebbe finire anche in tribunale.