Ponte: “Sotto la propaganda niente”

Il comitato Noponte Capo Peloro: “Dichiariamo da subito lo stato d’agitazione”

«Se c’è chi pensa che dopo il parere della commissione Via Vas la partita sia finita e si possano aprire i cantieri ha fatto male i suoi conti». A dirlo il comitato No ponte Capo Peloro. «La decisione della Commissione Via Vas – prosegue la nota – ci lascia sgomenti e ci domandiamo a cosa è servito inserire la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana se poi si esprime parere favorevole ad un’opera ciclopica come il ponte sullo Stretto che impatta pesantemente su territori fragili e ultra vincolati come quelli che si affacciano sullo Stretto di Messina. Ci sono tre cose da notare, ci sono 60 prescrizioni, tra queste c’è addirittura l’innalzamento del ponte e il gruppo era costituito da soggetti di chiara militanza nel centrodestra, alterando così la terzietà della commissione. Riteniamo ci sia materiale sufficiente per aprire nuovi contenziosi tecnici e legali». «Come comitato Noponte Capo Peloro – conclude la nota – continuiamo la nostra lotta sui territori e dichiariamo da subito lo stato d’agitazione quotidiano e permanente fino a quando questa minaccia non sarà definitivamente allontanata dall’area dello Stretto di Messina. Intanto venerdì 15 Novembre saremo a Roma con una nutrita rappresentanza del comitato per esporre in conferenza stampa il nostro No deciso al nuovo Vajont».

Invece del Ponte: “Sotto la propaganda niente”

“Come da copione – scrivono i rappresentanti del comitato Invece del Ponte –  la Commissione VIA avrebbe dato l’atteso parere favorevole, farcito da circa 60 prescrizioni, da ottemperare “in gran parte” nel progetto esecutivo (ossia: “in parte” prima dell’approvazione del definitivo, perché quanto fatto finora non è adeguato). Siamo in attesa di leggerlo, questo parere, ma chissà perché, ancora nessuna traccia ufficiale del lavoro svolto e delle decisioni assunte. Dai lanci di agenzie comunque nulla di sorprendente, sembra che siano rimaste in piedi violazioni, le inosservanze, lacune che fanno del progetto della SDM una vergogna inaudita. Tra queste, come avevamo detto, secondo fonti di stampa, il ponte dovrebbe essere ridisegnato “un po’ più alto” per evitare che impedisca il transito delle navi più grandi. Se così fosse cambierebbero dimensioni, lunghezza, peso, fondazioni, allacci, cavi, piano degli espropri. E i soldi non basterebbero più (sarà per questo che non hanno allegato l’obbligatorio documento sui costi?). Eurolink ed SdM – continua la nota – dovrebbero ricominciare da zero, ennesima conferma che i famosi (o fumosi) 10.000 file sono inadeguati, insufficienti, vuoto atmosferico e che il progetto approvato in febbraio era un “finto progetto”.

E attendiamo di vedere cosa è detto a proposito della faglia sotto il pilone. Certo, se così fosse, la Commissione avrebbe dovuto respingerlo questo progetto, ma magari è troppo difficile, freschi di nomina, scontentare i nominatori, soprattutto se questo vuol dire che il gioco è finito. Anche se già, qualora le prescrizioni “strutturali” dovessero essere imposte prima dell’approvazione del definitivo, addio CIPESS a dicembre e inizio lavori entro l’anno! Tranquilli, gli squilli di tromba di Salvini e peones continueranno ugualmente. Come sempre, sotto la propaganda niente. Anzi, tanto fumo negli occhi per nascondere l’evidenza: che il progetto del 2011 non è “ripescabile”: è da rifare. Ma se il progetto è da rifare – conclude il Comitato – frana l’accordo tra il Governo e WeBuild, perché va fatta una nuova gara. Chi vivrà, vedrà! E vedremo anche le carte, appena rese pubbliche.