Ponte sullo Stretto bocciato. “Se vanno avanti saranno fermati da Tar e Consulta”

“Se registreranno la delibera el Cipess senza il visto dilegittimità della Corte deiConti, noi chiederemo alTar che venga sospesa e sollevata laquestione di incostituzionalità dellenorme del decreto Ponte”. Aurora Notarianni, all’indomani della bocciatura del ponte sullo Stretto da parte delletoghe contabili, non ci gira intorno.

Lei, avvocata messinese, da anni segue l’iter di approvazione del progetto peril Wwf: nel suo studio nel centro di Messina ci sono montagne di carte, nelpc terabyte di documenti e lei risponde al Fatto consultandoli tutti, ritornando su date e articoli.

Lo stop dei giudici contabili rafforza i ricorsi?
Certamente i motivi di ricorso al Tar del Lazio contro i pareri della Commissione ambiente e la delibera Iropi trovano un importante sostegno nei rilievi della Corte dei Conti e, auspico, nelle motivazioni del provvedimento che rifiuta il visto di legittimità. Stiamo già lavorando sulle questioni di incostituzionalità…

Perché l’iter sarebbe incostituzionale?
Noi avevamo scritto delle osservazioni molto corpose, trasmesse in agosto, ritenendo che ci fossero svariati aspetti non conformi, sia sotto il profilo ambientale sia sotto il profilo della direttiva Concorrenza e appalti, ovvero l’articolo 72.

Tradotto per noi, gente comune?
Hanno presentato un progetto vecchio, mantenendo lo stesso general contractor,cioè la società che all’epoca vinse l’appalto. Per farlo però ci sono dei limiti:partiamo dal fatto che il costo dell’opera non può superare del 50% il costodel progetto originario.

E invece questo lo supera?
Ci sono ancora una serie di accertamenti, monitoraggi, studi e verifiche he rendono il costo finale ancora più incerto, ma non è l’unico profilo e forse neanche il più grave: per mantenere il vecchio progetto si doveva mantenerlo senza alterazioni dell’equilibrio contrattuale anche per quel che riguarda la società.

Che invece è cambiata?
La Stretto di Messina Spa adesso è una società a totale partecipazione pubblica. E se prima in questa partecipazione pubblica non c’era il ministero dell ’Economia, adesso c’è.

E che vuol dire questo?
Che adesso il peso –e i rischi –sono totalmente a carico dello Stato, mentre prima la Stretto Spa doveva fare ricorso anche a capitali privati. Ma anche qui, c’è dell’altro: la società aggiudicataria dell’opera pubblica deve mantenere requisiti per tutto il tempo necessario della realizzazione dell’opera.

E non è questo il caso?
No, Eurolink, il contraente che si era aggiudicata l’appalto ha subito modifiche dei soci del consorzio, sia con Condotte Spa sia con Cementiere Ravenna. Entrambe in questi anni sono state soggette a procedure concorsuali e hanno perso i requisti. Mentre la Stretto dichiara di avere sottoscritto un contratto con il monitor ambientale, che adesso non esiste più. Si trattava di Fenice, che adesso è stata acquisita da Edison Next Environment,che è nata da poco e nonera quella che aveva stipulato il contratto.

Secondo il governo, però, è tutto legittimo.
I toni subito dopo la decisione della Corte dei Conti sono stati molto accesi, ma mi pare che desso si siano tutti calmati. Forse a mente fredda si sono resi conto che forzare la mano espone il governo, ma anche Cipess e Stretto di Messina Spa, al rischio di responsabilità amministrativa e contabile. Se dai un incarico a una società per realizzare un progetto senza fare una gara, senza che abbia i requisiti, a un prezzo non congruo potrai essere chiamato a rispondere del danno erariale causato.

Cioè si sono ammorbiditi perchétemono di dovere rispondere in prima persona?
Può darsi…