Ponte sullo Stretto. Il ministro facilone e le mani mafiose che lavorano per i futuri appalti

di Lucio Musolino

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Come per i problemi progettuali del Ponte, anche sul tema delle infiltrazioni mafiose il ministro Matteo Salvini non ama perdersi in dettagli: garantisce lui che andrà tutto bene, ma “se si dovesse non fare il ponte perché ci sono mafia e ’ndrangheta allora non facciamo più niente”. Solo che il lavorio mafioso attorno ai lavori per la maxi-opera non è un’ipotesi, visto che il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo già ad aprile aveva spiegato che “le Procure distrettuali conducono le indagini collegate alla realizzazione del ponte sullo Stretto”. Lo ha fatto annunciando di aver revocato le deleghe al suo vice Michele Prestipino, indagato per aver rivelato notizie coperte da segreto a Gianni De Gennaro, l’ex capo della polizia oggi presidente di Eurolink, cioè del consorzio guidato da Webuild che costruirà il Ponte…

Se è necessario il coordinamento della Dna, è chiaro che le inchieste (e più di una) ci sono. Ad esempio, parlando di ’ndrangheta, il pentito Cosimo Virgiglio indicò ai pm un tale “Carmelo” che, a metà degli anni 2000, “scalpitava nell ’ambiente romano per trovare un buco per arrivare a Impregilo perché, da lì a poco, ci sarebbero state le gare per la costruzione del Ponte sullo Stretto”. A“Carmelo”lo aveva chiesto il boss Rocco Molè che, sul ponte, aveva le idee chiare: “A noi basta che tutti i materiali che arriveranno con le navi vengono gestiti qua nell’area portuale di Gioia Tauro”.

“Rocco Molè non era uno stupido – sono le parole del pentito – Sapeva che tutta la Piana sarebbe diventato il grande cantiere di appoggio per la costruzione (…) E diceva che i cugini Piromalli a lui lo odiavano ma non l’avrebbero ucciso”. Si sbagliava: Molè nel 2008 fu ammazzato all’interno del porto che oggi, come aveva preventivato, servirà per portare in Calabria i materiali per realizzare il ponte. Siamo a pochi chilometri dalla cava che diventerà una discarica monstre e dovrà essere espropriata ai parenti del defunto boss di Limbadi Ciccio Mancuso…

Intanto, devono ancora essere aggiornati i “protocolli di legalità”: nell ’aprile 2024 l’ad di Stretto di Messina Spa disse che “sono in corso di finalizzazione con le prefetture ”; ad aprile 2025 la società sostenne che “dobbiamo ancora arrivare al Cipess e per questo l’aggiornamento non è stato fatto”. Li aggiorneranno ora, dunque: e d’a ltronde Salvini ha promesso “un impegno h24 sul contrasto alle infiltrazioni mafiose”.