Ponte sullo Stretto, il nuovo stop. La Corte dei conti “demolisce” iter appalto e costi

di Antonio Fraschilla

Fonte: Repubblica

La relazione del magistrato della Corte dei conti di fatto boccia in toto la procedura messa in piedi dal governo, e soprattutto dal ministero delle Infrastrutture, per realizzare il ponte sullo Stretto. Parla di molti “dubbi” ancora in piedi e per questo rimanda alla sezioni riunite della stessa Corte dei conti la valutazione della delibera Cipess che dà il via libera al finanziamento dell’opera, tutta a carico dello Stato per 13,4 miliardi di euro.

Un passaggio insolito: solitamente basta la decisione del singolo ufficio della Corte dei conti per “bollinare” le delibere Cipess, invece questa volta il magistrato si “appella” alle sezioni riunite. Ma nell’inviare la richiesta di “appello” allega una relazione di 24 pagine con tutti i dubbi sull’iter che restano nonostante le risposte ricevute dalla società Stretto di Messina. Tra i principali “dubbi” il rischio che il costo dell’opera, rispetto al vecchio appalto del 2010 rimesso in vita da Matteo Salvini a favore del consorzio Eurolink, sfori del 50 per cento la spesa rispetto alla vecchia aggiudicazione: in tal caso non rispetterebbe le norme europee sulla concorrenza che impongono di bandire una nuova gara di appalto. Ma il magistrato esprime dubbi anche sull’aggiornamento del progetto definivo, sul mancato coinvolgimento dell’Autorità trasporti e del Consiglio superiore dei lavori pubblici , e anche sul rispetto della direttiva ambientale europea. Le sezioni riunite sono convocate per il 29 ottobre e già in questa sede si potrebbe discutere della delibera Cipess sul Ponte.

L’opposizione chiede alla premier Giorgia Meloni di fermare l’iter: “La richiesta di deferimento della Corte dei conti sulla delibera per il Ponte è un fatto che il governo deve immediatamente chiarire – dice Angelo Bonelli co-portavoce di Alleanza verdi e sinistra – a questo punto non può essere più Salvini a farlo, ma la presidente del Consiglio. Di fronte a una crisi economica e sociale e alla ristrettezza dei conti, Meloni ha deciso di seguire Salvini in questa follia economica, finanziaria e progettuale, oltre che dannosa dal punto di vista ambientale”.

Il contenuto della delibera

Andando ai dubbi espressi dalla Corte dei conti, in primis c’è il tema dei costi. L’opera avrà un costo complessivo di 13,5 miliardi, 10,5 solo per il Ponte in senso stretto. La vecchia aggiudicazione era per una cifra molto inferiore. La norme europea fissano al 50 per cento l’aumento da non superare se non si vuole bandire una nuova gara ma rimettere in piedi un vecchio appalto.

Scrive il magistrato della Corte dei conti che non ha bollinato la delibera Cipess rinviando la decisione alle sezioni riunite: “Si ritiene che la risposta resa dall’Amministrazione non sia completamente esaustiva in relazione al compiuto rispetto dei presupposti della direttiva europea…In ogni caso, alla stregua dei chiarimenti resi – sforniti, comunque, di dati di dettaglio – non vi è univoca evidenza del mancato superamento del limite del 50%. Né detti dubbi possono ritenersi fugati in considerazione del mancato riscontro alla richiesta di chiarimenti in merito all’interlocuzione in corso con la Commissione europea”.

Secondo la Corte dei conti inoltre non sarebbe rispettata la norma che vieta di posticipare al progetto esecutivo una serie di prescrizioni: in base alla norma attuale “al fine di assicurare la celerità dei relativi procedimenti, è, tuttavia, riconosciuto alle amministrazioni procedenti un margine di discrezionalità con la possibilità di differire alla progettazione esecutiva la completa definizione di scelte progettuali di dettaglio.

Ebbene, alla luce dell’apparato prescrittivo, dette condizioni sembrerebbero non compiutamente soddisfatte e non già, o comunque non solo, per il numero delle prescrizioni, comunque, significativo (151) ma anche e, soprattutto, per la qualità delle stesse”.Restano poi dubbi sul rispetto della normativa europea in tema di tutela ambientale e sull’iter messo in piedi dichiarando l’opera di valenza strategica per lo Stato, senza coinvolgere nei passaggi autorizzativi l’Autorità dei trasporti e il Consiglio superiore dei lavori pubblici.

E per tutti questi motivi il magistrato istruttore conclude: “Alla luce delle considerazioni che precedono, richiamati i dubbi che permangono in relazione a profili rilevanti, ai fini delle verifiche di legittimità di competenza di questo Ufficio, e a passaggi cruciali nell’economia della complessiva procedura, si prospetta l’opportunità di deferire alla competente sede collegiale la valutazione della delibera Cipess e della sua conformità al quadro normativo di riferimento oltre che ai principi eurounitari”.