Ponte sullo Stretto. La Corte dei conti non boccia Salvini ma Meloni

La bocciatura della Corte dei conti rappresenta il fallimento della politica delle infrastrutture di Meloni, compreso l’assurdo taglio dell’Alta Velocità che, al momento, dovrebbe arrivare fino a Romagnano, nell’area interna della Provincia di Salerno.
Ormai anni fa dissi che il taglio del Nodo di Tarsia, unico tracciato possibile, nascondeva il taglio dell’Alta Velocità in Calabria. Pochi ci credevano ma, purtroppo, avevo ragione.
Ora che la delibera CIPESS (13 miliardi di euro) per il Ponte è stata bocciata, si rifinanzino immediatamente i 10 miliardi per l’Alta Velocità in Calabria ed il Nodo di Tarsia.
Siamo una terra da raggiungere, non da attraversare.

Dichiarazione del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi

In tutte le iniziative dei mesi scorsi ho ribadito che il Ponte sullo Stretto non si farà perché non riceverà le autorizzazioni previste dalla norma, esattamente come due anni fa dissi che il taglio del nodo di Tarsia era il primo passo per il taglio dell’Alta Velocità in Calabria.

Il dato politico, tuttavia, non riguarda solo il Ministro Salvini, che su queste operazioni ha messo la faccia, ma soprattutto riguarda la totale inesistenza di politiche strategiche di Meloni e del suo Governo.

Non c’è una risorsa nazionale sulla quale Meloni non abbia piazzato i suoi pretoriani e non c’è uno solo di questi asset strategici nazionali che non sia totalmente impantanato, dalle Ferrovie ad Enel.

La bocciatura della delibera da 13 miliardi per il Ponte impone al Governo di rimettere i 10 miliardi sottratti dal fondo complementare al PNRR sull’Alta Velocità e sul Nodo di Tarsia, la più importante opera infrastrutturale per lo sviluppo della Calabria.

Inoltre si riveda contestualmente la normativa sulla ZES totalmente stravolta dall’assurda impostazione del Governo che, come sempre alla carlona, piuttosto che valorizzare le aree strategiche ha annacquato la misura includendo tutto il Mezzogiorno, ma con gli stessi fondi di prima. Questa la ragione per la quale – lo ricordo a qualche senatore finto smemorato – sono saltati investimenti anche sul nostro territorio: a causa dell’inadeguatezza, o forse dell’assenza, delle politiche incentivanti del Governo. I fondi del Ponte restino al Sud, ma siano investiti in opere vere che garantiscono sviluppo alle comunità.