Si accendono le polemiche per la costruzione del Ponte sullo Stretto e finalmente la parola passa alla gente che – nella testa bacata di Salvini – dovrebbe andarsene dalle proprie case per i suoi “capricci”. Ieri è scattata formalmente la procedura sull’esproprio, con la lista pubblicata sui siti istituzionali e sui quotidiani nazionali e territoriali. La reazione dei residenti non si è fatta attendere: “Noi da qui non ce ne andiamo”.
Al via la procedura per l’esproprio
Se è vero che mercoledì 3 aprile è stata pubblicata la lista degli espropri, è necessario sottolineare come non si partirà subito con la procedura. I cittadini interessati, infatti, avranno 60 giorni di tempo per le contestazioni: di fatto, se ne riparlerà a giugno.

La casa di Mariolina De Francesco, cittadina di Messina che dovrà essere espropriata per far sorgere un pilone del Ponte sullo Stretto
Le proteste dei residenti
Nel frattempo, però, è comunque iniziata la protesta dei residenti e del comitato messinese Invece del ponte, che contestano il fatto che si sia messo a disposizione dei cittadini uno sportello informativo “aperto un paio d’ore al giorno per tre giorni la settimana, con un appuntamento da concordare telefonando a Roma: questo è il massimo che Pietro Ciucci concede alle famiglie che temono per il loro futuro”.
La società Stretto di Messina, di cui Ciucci è amministratore delegato, punta a un accordo bonario con i proprietari di terreni e immobili: se la cifra proposta non venisse accettata, allora chi rischia l’esproprio si potrà rivolgere anche a un tribunale.
Per i terreni, entro 60 giorni dall’accordo bonario sarà corrisposto l’80% dell’indennità, mentre il restante 20% sarà erogato al rogito, quando contestualmente avverrà anche il trasferimento della proprietà:
- per i soli terreni, in caso di non condivisione dell’indennità potrà essere avviata la procedura di occupazione anticipata anche prima dell’accordo bonario;
- per i fabbricati, invece, l’indennità terrà conto anche di tutti gli oneri necessari al rilascio.
Lo sfogo di una cittadina a rischio esproprio
Intervistata da LaPresse, Mariolina De Francesco – che rischia l’esproprio perché casa sua si trova nell’area in cui dovrebbe sorgere uno dei piloni del Ponte sullo Stretto – ha voluto dare la sua testimonianza:
“Io ho una casa dove vivo sempre, estate e inverno, da 22 anni. Non è una seconda, terza o quarta casa, come dicono loro. Non è un’abitazione abusiva e si trova in località Torre Faro. Il mio condominio ricade al centro esatto dell’area degli espropropri. Diecimila persone espropriate dove se ne vanno? In una città che in tante zone è già devastata comunque. Non se ne può proprio più. Questa storia è diventata un incubo. Io mi ricordo fin da bambina, alla fiera campionaria di Messina negli anni ’70, lo stand con il modellino del ponte. E mia madre mi dice che ancora prima si parlava di questo maledettoponte. Ci sono 3 o 4 associazioni con centinaia e centinaia di persone che lavorano attivamente contro questa cosa. La mia idea è che loro sanno di non poterlo fare il ponte. Ci hanno detto di potere ‘aggiustare in corso d’opera’ le criticità legate ai fattori di rischio ambientali. Ma come si fa a fare questi discorsi sulla pelle della gente?“.