Ponte sullo Stretto, Sbarra come Cetto Laqualunque

«Il Ponte sullo Stretto può rappresentare uno “shock” positivo per lo sviluppo occupazionale ed economico non solo calabrese e siciliano, ma nazionale ed europeo». Parola del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. Per Sbarra lo sviluppo della Calabria passa per la costruzione del ponte, un progetto che va avanti da secoli e che non sarà mai realizzato, ma utile per chi come lui è in cerca di foglie di fico per nascondere le proprie vergogne. E dire che questo fa sindacato. Ma di parlare di lavoro, sviluppo e legalità, non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. Ha altro a cui pensare: il Ponte sullo Stretto. E poco gli importa se la mobilità in Calabria è ferma al secolo scorso. Quello che che ci serve, secondo Sbarra, è uno shock. Che è quello che abbiamo avuto nel sentirlo sbraitare di ponte nei suoi comizi che ricordano in tutto e per tutto quelli di Cetto Laqualunque. Forse Sbarra non ha ben chiara la situazione economica e sociale in Calabria, sempre più in bilico tra la rovina e il crollo. E non sarà certo la “ricetta del ponte” a tirarci fuori da questa situazione come ben dovrebbe sapere il sindacalista dei costruttori e dei potentati economici. Quella del ponte è solo una idea che serve a mantenere in vita una pletora di parassiti che sulla progettazione, sugli studi di fattibilità, e su tante altre cose inutile, hanno edificato le loro fortune. Altro che ponte! Che tra l’altro non vuole nessuno, tranne i predatori di denaro pubblico.

Il famigerato ponte che vuole costruire Sbarra insieme a Cetto, è già costato ai cittadini centinaia e centinaia di milioni di euro, caro Sbarra che vogliamo fare? Vogliamo continuare a dare denaro pubblico a questi per “costruire” opere che la scienza e il buon senso hanno già bocciato, oppure, per una volta, vuoi impegnarti a portare sul tavolo del governo i reali problemi dei calabresi? P.S.: per noi, Sbarra, sceglie di sicuro la prima risposta.