Ponte sullo Stretto, se mai si farà… condoglianze a tutti

Ponte sullo Stretto, se mai si farà… condoglianze a tutti

dalla pagina FB di Nino Principato

Condoglianze ai proprietari di case e terreni di contrada Due Torri che gli saranno espropriati per realizzare i due plinti del pilone di sostegno dei cavi del ponte.

Condoglianze agli abitanti di Ganzirri, Torre Faro, Riviera Nord che vivranno per 6 anni nell’inferno, per quanto sarà il tempo di realizzazione del ponte.

Condoglianze a quei buddaci che ancora credono ad un millantatore come Matteo Salvini che è stato sempre contrario al ponte ed ora invece è favorevole: non abbiamo bisogno che un leghista del Nord decida cosa si deve fare nella nostra terra.

Condoglianze all’antichissimo “fretum siculum” da dove è passata la storia, lo stretto di Messina bene paesaggistico e paesistico unico al mondo deturpato da un inutile ammasso di ferraglia che chiamano ponte.

Condoglianze ai lavoratori di Messina e della Sicilia perché tutte le maestranze, che dovranno essere ad alta specializzazione per la realizzazione del ponte, saranno reclutate al Nord e fuori dall’Italia.

Condoglianze ad un habitat unico nel Mediterraneo che con opere, cantieri, discariche, cave, sarà devastato.

Condoglianze a un territorio reso invivibile nel lungo periodo di cantierizzazione che sarà continuamente percorso da camion per il trasporto di almeno 11 milioni di metri cubi di terra e ghiaia e per il resto dei materiali.

Condoglianze alla sicurezza del ponte in una zona interessata da faglie attive e fortemente ventosa.
Condoglianze ai tempi di percorrenza per l’attraversamento dello Stretto che per i trasporti sulle lunghe distanze e per i costi è sicuramente trascurabile.

Condoglianze all’economia delle due regioni, Calabria e Sicilia, che non ha dimensioni tali da giustificare un investimento di queste proporzioni: il ponte non sarà mai in grado di remunerare il capitale investito a causa delle ridotte dimensioni degli scambi economici attivabili. 

Condoglianze alle comunità locali perché il ponte non è strategico per gli spostamenti di lunga distanza e non è funzionale al modello di sviluppo dell’area dello stretto. Sicilia e Calabria devono puntare alle risorse del territorio, valorizzare le tante ricchezze ambientali e storico-culturali, altro che ponte…

Condoglianze all’ambiente e all’ecologia dei luoghi perché è una boiata pazzesca che le emissioni di co2 si ridurrebbero del 92 per cento rispetto ai traghettamenti: difatti, le migliaia di mezzi di autoveicoli che percorrerebbero il ponte ogni giorno, com’è noto, con i gas di scappamento non inquinano, i traghetti invece si, inquinano e come!

Condoglianze alle Ferrovie dello stato perché i treni non passeranno, come hanno già deciso per il ponte sui dardanelli e per quello di Akashi in Giappone dal momento che il ponte ferroviario più lungo del mondo a campata unica non supera i 1.440 metri (quello messinese sarebbe più del doppio, 3.200 metri, quindi pericolosissimo per il ferrato!)

Condoglianze alle città di Villa San Giovanni e Messina che non avranno alcun beneficio turistico dal ponte, anzi, un passaggio solo di transito perché l’ipotetico turista vedrà il ponte, lo fotograferà e poi proseguirà direttamente e ancora più facilmente, via autostrada, verso località dove spendere i propri quattrini: taormina, palermo, cefalù, noto ecc.

Condoglianze ai messinesi/e e ai calabresi/e perché l’alto pedaggio si tradurrà in una tassa di attraversamento che peserà principalmente su di loro. 

Condoglianze, infine, a questa povera Messina perché il tempo di realizzazione non sarà certamente di 6 anni come previsto: se si confronta il ponte nelle sue dimensioni con l’infrastruttura analoga, ma più piccola, del Great Baelt (che collega la penisola dello Jutland con l’isola di Zealand in Danimarca) la stima di durata dei lavori per il ponte, ammesso che sia completato, sale a circa 20 anni.
Condoglianze a tutti…