Mentre prosegue in Senato l’iter di conversione in legge del dl Infrastrutture che, tra l’altro, prevede la possibilità di cantierizzare per fasi costruttive separate il progetto del Ponte sullo Stretto, il Wwf Italia si è rivolto proprio ai senatori chiamati ad approvare il decreto.
In una lettera che riguarda la realizzazione del Ponte, l’associazione ambientalista ha richiamato le problematiche già evidenziate alla Camera in ordine alla procedura seguita, all’incertezza sulla realizzabilità dell’opera, alla mancata conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale. Inoltre ai senatori sono stati segnalati i pesantissimi impatti che il progetto avrà su natura, biodiversità, specie ed ecosistemi.
Afferma il Wwf: “Lo Stretto di Messina è considerato tra i 28 siti di rotte migratorie più importanti del mondo ed è per questo che è sottoposto ad una serie di vincoli previsti dalla normativa comunitaria recepita a livello nazionale. A seguito del rischio di una condanna dell’Italia dopo la messa in mora complementare alla Procedura di infrazione n. 2015/2163, recependo le sollecitazioni dell’Unione europea e del ministero dell’ambiente, lo scorso anno sono state approvate le misure di conservazione delle aree d’interesse comunitario dello Stretto di Messina. Tali misure, incredibilmente, non sono state però prese a riferimento nel progetto del Ponte depositato in commissione Via disattendendo così – ancora una volta – la normativa comunitaria in materia che il Governo italiano ha il dovere di rispettare”.
Nella sua nota ai Senatori, il Wwf Italia ha ricordato come un flusso migratorio non si possa spostare e come, evidentemente, i problemi dell’opera nascano anche dal non voler riconoscere il valore straordinario del sito: “In primavera, prima di giungere sullo Stretto di Messina la maggior parte dei migratori deve attraversare non meno di 2700 km di deserto (Sahara e Sahel) e non meno di 140 km di superficie marina (tratto più breve tra l’Africa e il continente europeo, Capo Bon – Trapani), entrambi ambienti fortemente ostili per gli uccelli terrestri”.
Come ricorda l’associazione, una delle prove degli straordinari flussi migratori notturni si ricava da uno studio specifico effettuato nel 2006 dalla Società ornitologica svizzera proprio su incarico della Stretto di Messina Spa che si attivò a seguito della procedura di infrazione n. 2003/2090 per violazione dell’articolo 4 della Direttiva Uccelli. Nello studio, basato su analisi radar, si legge: “In base alle rilevazioni radar effettuate con fascio fisso abbiamo stimato un numero totale di 4.3 milioni di uccelli che attraversano la lunghezza del ponte entro una quota che va dai 50 m slm ai 3000 m slm durante le notti comprese tra il 3 aprile 2006 ed il 15 maggio 2006.” Lo studio della Società ornitologica svizzera ha monitorato solo una frazione estremamente limitata di territorio per un periodo migratorio altrettanto limitato, ma nonostante questo i numeri di cui si parla sono enormi.
I dati raccolti dal Wwf (e non solo) con i censimenti svolti da 40 anni in occasione dei campi primaverili antibracconaggio documentano come, non solo lo Stretto di Messina sia utilizzato da oltre 50 mila rapaci e centinaia di cicogne, ma sia anche la rotta più importante al mondo in primavera per ben 3 specie: grillaio (falco naumanni), lodolaio (falco subbuteo) e abanella pallida (circus macrourus). Inoltre, l’analisi sul rinvenimento di individui inanellati dimostra come lo Stretto sia fondamentale anche per numerose specie appartenenti a molti paesi del centro, del nord e dell’est d’Europa. Molte specie in migrazione si dirigono verso l’Europa attraverso lo Stretto senza essere presenti in Italia come nidificanti, per cui la loro tutela da parte dello Stato italiano assume un rilievo particolare non solo per la biodiversità nazionale, ma per quella mondiale.
Afferma il Wwf: “Viene da chiedersi come possa il Parlamento decidere di compromettere una delle rotte migratorie più importanti al mondo, prima ancora che la commissione nazionale sulla valutazione di impatto ambientale – organo istituzionalmente preposto e di nomina governativa – abbia fornito in modo definitivo il proprio parere sull’opera. I voti di fiducia con cui il Governo intende saltare il confronto tecnico-scientifico, oltre che economico, sull’opera – continuano dall’associazione – non permetteranno comunque di saltare anche i contenziosi che la procedura fin qui seguita e che evidentemente si intende continuare a seguire provocherà in sede nazionale ed europea.
Alla compromissione delle rotte migratorie, si aggiungono “gravi impatti anche sulle nidificazioni delle tartarughe marine”. Il Ponte le renderebbe impossibili, sia per alterazione dei luoghi, delle condizioni naturali, sia per effetto devastante delle luci che altererebbero completamente la riproduzione, la schiusa e il percorso delle tartarughine verso il mare.