Doveva essere una delle tante passerelle di Madame Fifì quella del 27 novembre a Praia a Mare.
Uno dei tanti dibattiti sul referendum promosso dal PD a favore del Si, con tanto di truppe cammellate mobilitate e applausi a comando. “Una cosa tranquilla” aveva assicurato il sindaco Praticò. Ed invece si è trasformata in una dura contestazione dei cittadini che evidentemente non erano tutti precettati a comando, contro Magorno, Madame Fifì, Nicola Adamo e il sindaco di Praia. v
Le prime invettive sono all’indirizzo di quel capi i liuni di Nicola Adamo. Che in un modo e nell’altro, quando si parla di intrallazzi, c’entra sempre.

A seguire l’attenzione e le le invettive si sono spostate su don Magorno, responsabile secondo i cittadini della chiusura dell’ospedale di Praia per favorire il suo amico e compare Tricarico dell’omonima clinica. L’imprenditore che gli ha regalato la macchina e che gli ha messo a disposizione l’autista. La stessa macchina dove si vanta di essere un affiliato al clan Muto. Un delinque matricolato.
Infatti quando i cittadini gli rinfacciano di essere stato proprio lui che più degli altri ha preso in giro l’intera comunità, lui da buon vigliacco china la testa e non risponde, lasciando il microfono alle vave di Madame Fifì.

Quel vigliacco di Magorno, che si fa proteggere dalla malavita, ha lasciato che a sbraitare fosse quella strega maligna di Madame Fifì.
Ogni suo tentativo di intortare ancora una volta la gente viene rispedito al mittente con sonori fischi e fragorose pernacchie.
Infatti ad applaudire alle sue cazzate è solo la prima fila, evidentemente anche parte delle truppe cammellate è convenuta sul disastro fatto da Magorno con la sanità in quell’area, al punto che si è schierata con chi contestava quel mafioso di Magorno.

Segno evidente del malessere che anche all’interno del PD serpeggia contro questi soggetti che ancora ci provano a depredare la nostra terra.
Vi offriamo una sequenza fotografica della contestazione.
