Tra commenti poco lusinghieri su ciò che si è fatto e su ciò che si poteva fare per salvarlo, ieri sono avvenute le operazioni di rimozione del pioppo secolare che per circa 170 anni è stato il simbolo di Praia a Mare, un po’ come l’Isola di Dino.
C’era prima del Viale della Libertà e, come racconta qualche anziano, lì prima ci si riuniva. Da ieri però l’albero secolare non c’è più, intorno alle 17.30 alcuni mezzi hanno portato via i suoi resti.
In un comunicato stampa, l’associazione ambientalista Italia Nostra chiede che “i resti della pianta vengano fatti esaminare dai Carabinieri Forestali. L’associazione, nella persona del suo Presidente aveva richiesto sul posto il rilascio di una piccola sezione verticale di uno dei blocchi di legno dell’albero tagliati per fare una indagine indipendente, ma non ci è stata data, bisognava fare domanda al comune e sarebbe stato troppo tardi”.
La scheda di valutazione
L’associazione Italia Nostra ha pubblicato anche la scheda di valutazione di rischio schianto redatta dal Comune di Praia a Mare il 24 marzo 2021. Radici: Stato fitosanitario buono, assenza di cavità, di funghi e di carie; Piede: Marciume corteccia, presenza cavità e di carie; Fusto: Patologie in atto, presenza marciumi ,funghi, carie; Tipo di potature eseguito: Capitozzatura in anni precedenti; Indagini visive: VTA visiva; Indagine strumentale: Nessuna Interventi consigliati: Abbattimento albero; Potenziali rischi a persone e cose: Rischio schianto immediato; Aspettativa di vita: Inferiore a 30 giorni.
Fatto sta, spiegano dal presidio, che la pianta che secondo la scheda di valutazione doveva “schiantarsi” al suolo entro trenta giorni, è rimasta in piedi per oltre un anno e, secondo l’associazione, chissà ancora per quanto tempo sarebbe potuta rimanere lì. Inoltre, sempre per Italia Nostra, il piede della pianta sarebbe risultato per la maggior parte integro, così come il fusto; senza contare che una delle radici sarebbe stata danneggiata dai lavori che sono stati effettuati nel tempo. Insomma, per gli ambientalisti, la pianta poteva essere curata e poteva ancora durare per anni, anche se era stata fin troppo martoriata.
Fatto sta che da ieri, mercoledì 13 aprile, il “caro vecchio Pioppo” non c’è più.
IL COMUNICATO DI ITALIA NOSTRA
Abbiamo assistito per tutta la mattinata e parte del pomeriggio, come omaggio dovuto a questo grande e possente patriarca di 170 anni, al suo ultimo giorno di vita e al suo abbattimento fatto di tantissimi tagli inferti da seghe affilate e documentati con foto nei vari momenti. Noi c’eravamo!
Ed è per questo che abbiamo il dovere di evidenziare:
1. QUESTA PIANTA ALLA DATA DELLA COMPILAZIONE DELLA SUA SCHEDA (24.03.21) AVEVA MENO DI 30 GIORNI DI ASPETTATIVA DI VITA E SOGGETTA A RISCHIO SCHIANTO IMMEDIATO: E’ PASSATO INVECE PIÙ DI UN ANNO E NE SAREBBERO PASSATI CHISSÀ QUANTI ANCORA;
2. IL PIEDE DELLA PIANTA È QUELLO CHE EMERGE DALLE FOTO: PER LA GRANDISSIMA PARTE INTEGRO COME PURE IL FUSTO;
3. UNA DELLE TANTE RADICI È IN PARTE COMPROMESSA A CAUSA DEI TANTI SCAVI EFFETTUATI PROPRIO INTORNO ALLA PIANTA , COME ABBIAMO AMPIAMENTE DOCUMENTATO A SUO TEMPO , PER POSIZIONARE LE BASI IN CEMENTO DEI GIOCHI INVECE DI SPOSTARLI ALTROVE, MENTRE LA SCHEDA LE DESCRIVE IN STATO FITOSANITARIO BUONO, CON ASSENZA DI CAVITÀ E DI CARIE.
4. LA SCHEDA NON POTEVA NASCONDERE CHE LA CAPITOZZATURA DEI RAMI DELLA PIANTA È STATO IL METODO DI POTATURA ESEGUITA NEGLI ANNI PRECEDENTI.
Noi conosciamo le conseguenze disastrose sulla pianta delle capitozzature fatte e denunciate negli anni addietro, come pure gli scavi che hanno sradicato e tranciato le radici. SONO STATI INTERVENTI DA MACELLAI DEL VERDE PUBBLICO FATTI DA CHI DEL VERDE PUBBLICO NON HA RISPETTO E NON SE NE CURA, PRONTO A SACRIFICARLO PER UNA QUALSIASI MESCHINA RAGIONE.
CIÒ NONOSTANTE QUESTA GRANDE PIANTA AVEVA ANCORA LA POSSIBILITÀ DI ESSERE CURATA PER TEMPO ANCHE CON INDAGINI STRUMENTALI ACCURATE: NON È STATO FATTO E LO AVREMMO VOLUTO TUTTI. MA ANCORA OGGI, MALGRADO L’AVESSERO MARTORIATA E MUTILATA SOLO DA POCO, AVEVA LA FORZA E LA TENACIA PER VIVERE ANCORA A LUNGO E SOPRAVVIVERE A TANTI CHE NON CI SARANNO PIÙ.
Se possiamo esprimere una richiesta chiediamo che i resti della pianta vengano fatti esaminare dai Carabinieri Forestali per vederci chiaro in questa vicenda, perché una storia di 170 anni non può finire così, fatta a pezzi e caricata su due camion. Ed anche perché, come si legge in un comunicato del comune, ogni attività è stata concertata con tutti gli organi sovracomunali competenti, in particolare, ai sopralluoghi esperiti sono intervenuti Carabinieri (quali) e Sovrintendenza. Italia Nostra nella persona del suo Presidente aveva chiesto sul posto il rilascio di una piccola sezione verticale di uno del blocchi di legno dell’albero tagliati per fare una indagine indipendente, ma non ci è stata data, bisognava fare richiesta al comune e sarebbe stato troppo tardi.
Bene, abbiamo fatto tutto il nostro dovere per difendere fino all’ultimo questa pianta da almeno 9 anni quando era nel pieno del suo splendore; ed è bene che i cittadini lo sappiano quando sentono parlare di Italia Nostra.
"Non c'erano strumenti di primo soccorso in quella struttura e nessuno è intervenuto per salvarla, l’ho presa e stretta all’altezza dello stomaco e soffiato...