Prima i droni, poi Meloni: “La Flotilla ce l’ha con me!”. Spunta un “piano Cipro”. Conte: “Una patriota… al contrario”

di Giacomo Salvini

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Una telefonata. D’urgenza. Nella notte italiana tra martedì e mercoledì, mentre a New York era l’ora di cena. Giorgia Meloni e Antonio Tajani si collegano con il ministro della Difesa Guido Crosetto e il capo di Stato maggiore Luciano Portolano. Devono decidere il da farsi, navi battenti bandiera italiana sono state attaccate da 15 droni: granate stordenti che rischiavano di produrre danni ai cittadini italiani sulla Flotilla, tra cui diversi parlamentari. Nessuno ha dubbi che dietro gli attacchi ci sia Israele.
Ma allo stesso tempo il governo italiano è convinto che – come per le piazze di lunedì – la regia della missione della Flotilla sia di qualche pericoloso sovversivo di Hamas. Lo pensa l’ala più dura di Fratelli d’Italia.

IL MINISTRO della Difesa Guido Crosetto però va in pressing perché si faccia qualcosa. Se la missione andrà avanti c’è il rischio che qualcuno si faccia male sul serio, con conseguenze imponderabili. Così decide di inviare la fregata Fasan, che svolge già lavoro di pattugliamento nel Mediterraneo e che dovrà accompagnare le 51 navi della Flotilla fino alle acque israeliane. “Se gli italiani sono in pericolo noi interveniamo”, dice Crosetto che questa mattina riferirà in Parlamento. Su richiesta di Azione lo farà anche sullo sconfinamento dei droni russi in territorio Nato.

Eppure il governo italiano ha deciso che non farà alcuna protesta formale nei confronti di Israele. Ci sono state interlocuzioni con l’unica garanzia che, una volta sfondato il blocco navale, la reazione di Tel Aviv non sarà “le tale”. Niente di più.
C’è preoccupazione per gli italiani: inizia una trattativa per chiedere a chi sta sopra le barche di tornare indietro e il governo italiano, tramite Cipro e il patriarcato latino di Gerusalemme, farà arrivare lo stesso gli aiuti a Gaza. In Parlamento non si parla d’altro. Ma, al netto della fregata, la posizione della destra è durissima nei confronti della Flotilla. Il leghista Matteo Salvini dice che “è chiaro che quando ti avvicini a una zona di guerra qualche rischio c’è”. Il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani spiega che lui, sulla Flotilla, non sarebbe salito: “L’orie ntamento politico è chiaro…”.

POCO PRIMA di cena, prima di parlare all ’Assemblea dell’Onu, Giorgia Meloni però decide di improvvisare un punto stampa e di andare all’attacco. Della Flotilla e dell’opposizione, insistendo ancora una volta sulla retorica dell’odio contro di lei e il governo. La premier definisce l’iniziativa “gratuita, pericolosa e irresponsabile”. Pur condannando l’attacco alla missione e annunciando “indagini”, attacca la missione e fa un appello alla “responsabilità, anche delle forze politiche, per difendere l’incolumità delle persone”, cioè che si torni indietro. “Stiamo aspettando una rispos ta…”, dice ai cronisti. “Qual è l’alternativa se non si accetta questa proposta? Forzare il blocco navale di Israele? Mandare le navi della Marina militare e dichiarare guerra a Israele?”.
Poi, ancora una volta, vede ombre nella missione: “Io non sono stupida: quello che accade in Italia non ha come obiettivo alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza, ma attaccare il governo italiano. Trovo oggettivamente irresponsabile usare la sofferenza a Gaza per attaccare l’esecutivo”.

Da New York, inoltre, la premier torna anche sul linguaggio d’odio della sinistra: “Io vengo quotidianamente chiamata assassina, accusata di essere complice di quello che accade a Gaza e di aver le mani sporche di sangue. Io queste cose non le ho mai dette quando stavo all’opposizione. In questo contesto il rischio è che qualcuno che non ha tutte le rotelle a posto decida di risolvere questo problema…”.
La prossima settimana, intanto, si voterà la risoluzione del governo per riconoscere lo Stato di Palestina, dopo le comunicazioni di Tajani in Parlamento. A ieri non c’erano state interlocuzioni con le opposizioni. Che però rispondono dure. “Irresponsabile è stare con Netanyahu”, dice la segretaria dem Elly Schlein. “Una patriota al contrario ”, la definisce Giuseppe Conte.