Non c’è dubbio che nell’immaginario collettivo dei calabresi (come dicono quelli bravi) Nicola Adamo rappresenti l’emblema della corruzione e della politica “sporca”.
La vicenda della maxitangente del parco eolico “Pitagora” di Isola Capo Rizzuto è stata quella che maggiormente ha messo in difficoltà Nicola Adamo e ci offre anche lo spunto per raccontare un’altra storia collegata. Sì, perché Adamo, oltre a considerarsi vittima, è stato anche carnefice nei confronti di due giornalisti. Con uno dei quali, Paolo Orofino, è tornato a incontrarsi nel salotto televisivo di Giletti proprio domenica scorsa. Anche quella storia va raccontata (di nuovo) affinché i calabresi possano capire che razza di politici abbiamo.
Nel maggio 2010 il politico più corrotto della nostra regione querela il Quotidiano della Calabria e il giornalista Paolo Orofino ed “Il Giornale” e il giornalista Gian Marco Chiocci “per la infamante campagna persecutoria che hanno ripreso a svolgere nei miei confronti. Mi riferisco alla riedizione, anche aggiornata, degli articoli pubblicati con forte evidenza a proposito di supposte indagini condotte dalla procura della Repubblica di Paola sull’eolico. Oggi si aggiunge “solo” di presunte tangenti legate, fra gli altri, al mio nome e alle mie condotte”.
Soltanto qualche giorno prima (chissà se è solo una coincidenza) la Guardia di Finanza aveva perquisito l’abitazione di Paolo Orofino. La perquisizione, indirizzata a sequestrare materiale utile alle indagini, disposte dal sostituto procuratore Carlo Villani, ha lasciato molte perplessità poichè il giornalista è stato anche diffidato dal pubblicare altro materiale sull’inchiesta, in futuri articoli.

Orofino all’epoca aveva dichiarato: “Sono amareggiato non tanto per la perquisizione subita, ma perché mi sembra strano che a distanza di tre anni dall’inizio dell’indagine, dove si ipotizzano accuse nei confronti di alcune persone che avrebbero pagato una tangente di ben 2,4 milioni di euro per la realizzazione di un parco eolico, inchiesta dove si ipotizzano pure pagamenti di altre tangenti per lo stesso motivo, nessuno degli indagati ha subito perquisizioni o altri provvedimenti”.
Il Quotidiano, da allora, ha tolto l’inchiesta ad Orofino e ha adottato il “silenziatore” nei confronti del personaggio in questione. Cose di normale amministrazione nei giornali di regime, tra l’altro generosamente finanziati proprio dal sistema di potere nel quale hanno sguazzato e sguazzano ancora attraverso i vergognosi vitalizi che si sono autoassegnati i politici corrotti come Nicola Adamo.