Provincia di Cosenza, ha vinto la solita banda di ladri

Alla Provincia di Cosenza ha vinto, ancora una volta, il potere, che buono non è mai come dice il Poeta. O meglio, ha vinto la paranza massomafiosa che da tempo governa questa terra. Ha vinto il potere politico/legale di stampo “tradizionale (di weberiana memoria)” che, a queste latitudini, preferisce essere temuto piuttosto che amato. Ha vinto il potere che affonda le sue unghie nel servilismo, e si nutre di sottomissione. Ha vinto il potere che ama circondarsi di adulatori di professione, e lecchini tanto al chilo. Ha vinto il potere che ricatta, che infama, che toglie la dignità. Il potere che sfrutta la miseria, il bisogno, l’ignoranza per rafforzare se stesso. Ha vinto il potere che si fonda sulla credenza nella tradizione (intesa come conservazione dello status quo), che è sacra perché esiste da sempre: da che mondo è mondo c’è chi sta sopra e chi sta sotto. Ha vinto il potere il cui “apparato amministrativo” è composto da servi legati al padrone per un misero osso, così come avveniva nel sistema feudale. O come avviene, oggi, nelle paranze massomafiose.

Ha vinto il potere degli intrallazzi, dei favori, della complicità con imbroglioni e affaristi di ogni risma. Ha vinto il potere delle clientele, del familismo amorale, delle lobby, delle caste. Ha vinto il potere del trasversalismo, dell’immoralità politica, della corruzione. Ha vinto il potere impunito. Ha vinto il potere dell’ingiustizia. Ha vinto la Succurro che tutto questo rappresenta. La stessa Succurro che rappresenta lo stato che qui da noi non può che essere definito che con le parole di Sant’Agostino: “Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?”. Ecco, ha vinto, ancora una volta, la solita banda di ladri.