Provincia di Cosenza. Il segretario generale si rifiuta di firmare gli atti della Succurro: il caso-limite dell’Ufficio… Legale!

La politica calabrese è allo sbando e il caso Succurro è l’esempio lampante che fa capire il perché di questa deriva. La sempre più squallida Succurro è il simbolo della classica politica che antepone l’interesse personale al bene comune, questo dicono i fatti. Come tutti sapete, la Succurro è stata eletta consigliera regionale, incarico che come dice molto chiaramente l’articolo 65, comma 1,del Decreto Legislativo del 2000, n.267 Tuel (Testo Unico Enti Locali) è incompatibile con l’incarico da sindaca e da presidente della Provincia, cariche da lei ricoperte prima della sua elezione in Regione.

La Succurro, in barba a tutte le leggi, sta trovando tutte le scappatoie possibili per rimanere in carica dappertutto, nonostante i vari ricorsi presentati per fare emergere l’incompatibilità. Questa circostanza, fortunatamente, oltre ad essere messa in evidenza dalla controparte politica, viene fatta rilevare anche dagli addetti ai lavori in possesso di dignità. E’ il caso del segretario generale della Provincia di Cosenza, Alfonso Rende, il quale si sta rifiutando di mettere firma a tutti gli atti provinciali costituiti dopo l’elezione della Succurro in Regione,

L’esempio lampante è quello che vi mostriamo oggi, vale a dire il conferimento dell’incarico ad interim al fido Giovanni De Rose, di stretta osservanza occhiutiana, dell’Ufficio… Legale. Siamo davanti ad una truffa bella e buona e infatti la firma in calce a questa pagliacciata è della Succurro e non del segretario Alfonso Rende, che si guarda bene dal firmare queste vergogne.

Marco Ambrogio, alias Marco a ‘mbroglia (non a caso…), ovvero il marito della Succurro, lo sanno anche i muri che è il vero manovratore: lei fa solo rappresentanza, e il marito, a bocce ferme, ha pensato di aggirare l’ostacolo segretario Rende, facendo uso e consumo della firma della… moglie (se va male i cazzi… sono suoi!) in attesa di affibbiarli – se va bene – ad altri dirigenti provinciali compiacenti.

Il problema è semplice: gli atti potranno anche avere un iter che gli permette di fare strada, ma saranno tutti atti che avranno un vizio di base, dove chiunque potrà fare un ricorso.
In questa storia, non si capisce l’atteggiamento del presidente della Regione Occhiuto, il quale permette tutto questo. Ma lo sa che le votazioni in consiglio regionale, in particolare le votazioni riguardanti il bilancio, in questo modo avranno un vizio con tutto ciò che ne consegue? Eppure Occhiuto non perde occasione per dire che il suo operato è lineare e pulito: e allora perché permette tutto questo?
È inutile dire che gli atti presentano un vizio in tutti i luoghi dove la Succurro mette mano, in Regione come in Provincia e in Comune. Ma, a quanto pare, tutti fanno finta di niente.