Provincia di Cosenza, la vigilia di Capodanno più lunga per il “comandante/non comandante”

Sembra che l’aria sia piuttosto tesa sul percorso San Giovanni in Fiore-Cosenza e che la clessidra nell’ultimo giorno dell’anno stia correndo veloce.
Da lontano, all’orizzonte, un soldato della Funzione Pubblica segue il percorso con un drone piazzato sul capo canuto del comandante/non comandante che scende a valle “al galoppo”, visto che anche i petre i mmianz’a via lo chiamano “galoppino”…
E’ invecchiato il comandante/non comandante che “galoppa” anche oggi, è invecchiato più in queste 72 ore che negli ultimi 20 anni. Rinascerà il 27 gennaio 2026 con l’autorizzazione Cosfel, oppure oggi 31 dicembre la sua ambizione di vestirsi col “pennacchio” in testa di comandante (de stacippa…) perirà per sempre?
Mancano poche ore. Alle 14 gli uffici provinciali chiudono e il dado sarà tratto. In un senso o nell’altro.

Tra i primi brindisi della vigilia e qualche fetta di pandoro indurita rimasta dal Natale, c’è ancora una partita tutta da giocare negli uffici provinciali che pur in servizio vorrebbero pensare solo alla festa. Un round finale che combatte contro Chronos o se preferite Kronos, il tempo….
In queste situazioni di “braccio di ferro” dell’ultimo minuto, la dinamica tra chi cerca di imporsi (il “comandante/non comandante”) e la necessità di chiudere un accordo può prendere diverse pieghe.
​Ecco una breve analisi della situazione che c’è oggi a Piazza XV Marzo, tra il cinico e il realistico.

​La dinamica del potere
​Il bluff del “comandante/non comandante”: chi cerca di comandare senza averne l’autorità effettiva spesso usa il tempo come arma. Se mancano solo sei ore, potrebbe essere un tentativo disperato di forzare la mano.
​L’elemosina del contratto: se l’atteggiamento è percepito come una richiesta di “elemosina”, significa che la posizione di forza è svanita. Quando ci si riduce alle ultime ore, la negoziazione smette di essere strategica e diventa puramente di sopravvivenza.
​Chi riuscirà a spuntarla oggi?
​Tutto dipende da un fattore chiave: chi ha più bisogno dell’altro?
• ​Se la Provincia ha bisogno di lui: Il “comandante/non comandante” potrebbe ottenere il risultato.
• ​Se il tempo è contro di lui… In sei ore, il rischio di un “prendere o lasciare” è altissimo. Spesso, chi cerca di comandare all’ultimo minuto finisce per dover accettare le briciole pur di non restare a mani vuote (un contratto di vice comandante?).

L’atmosfera di questi giorni ha i tratti di un dramma shakespeariano ambientato tra i corridoi burocratici di Piazza XV Marzo. La figura del “comandante/non comandante”, con il peso della vicenda che grava sulle sue spalle in queste ultime 72 ore, incarna perfettamente la parabola di chi vede il proprio potere sfumare proprio mentre il tempo di Chronos divora le ultime speranze.

​Il 31 dicembre non è mai un giorno come gli altri nella pubblica amministrazione: è il confine tra l’esistenza giuridica e l’oblio.
​In questo scenario, il “comandante/non comandante” si trova nella posizione più vulnerabile: quella di chi ha bisogno di una firma, solo poche gocce di inchiostro, di qualsiasi colore.

La presenza costante del drone della Funzione Pubblica che lo segue da San Giovanni in Fiore indica che ogni mossa è sotto lente d’ingrandimento. Non c’è spazio per manovre sottobanco; la “rabbia” di chi preferirebbe trovarsi davanti a un cotechino piuttosto che a una scrivania rende i suoi interlocutori meno inclini alla mediazione e più propensi al “taglio netto”.

Alle 14:00 il sipario cala. Quando il tempo è così ridotto, il potere contrattuale si sposta totalmente nelle mani di chi deve apporre la firma finale.
​Strategie suggeribili al “comandante/non comandante”
​Se il nostro protagonista ha ancora una carta da giocare prima che il pandoro indurisca definitivamente, quale potrebbe essere?

GIocare la carta della “coerenza amministrativa”? Opporsi a un atto già autorizzato dagli organi superiori (Cosfel) potrebbe esporre a ricorsi o responsabilità. Deve instillare il dubbio: “Siete sicuri che farmi perire oggi non vi causerà una causa legale domani?”.
Ma altri organi superiori (Funzione Pubblica) hanno minacciato responsabilità di segno contrario! Quindi? Cosa fare?

Considerato il clima di festa, l’unica via d’uscita potrebbe essere un accordo lampo che liberi tutti entro le 13:30. Una resa condizionata che permetta anche alla Funzione Pubblica di tornare alle lenticchie con una “vittoria” in tasca (magari la concessione di un mero contratto a tempo determinato triennale e con poteri limitati) e a lui di vedere la luce sia pure solo per un triennio.

Ma in Provincia non c’è vera aria di festa. Dalla città arrivano i rimbombi dei primi botti, e dentro gli uffici per la tensione sembra novembre.
Nessuno festeggerà stasera.
​La sensazione è che il “comandante/non comandante” stia navigando a vista in una tempesta di fine anno. Se non ha già in tasca un accordo politico blindato, il rischio è che alle 14:01 il drone della Funzione Pubblica possa inquadrare solo un ufficio vuoto e un sogno svanito.
​Secondo voi c’è ancora un “grande vecchio” dietro le quinte che potrebbe sollevare il telefono negli ultimi dieci minuti, o il comandante non comandante è stato lasciato solo al suo destino?

Cosa ne pensate voi? Il “comandante/non comandante” ha ancora qualche carta nascosta da giocare in queste sei ore durante le quali la Funzione Pubblica ha circondato l’edificio provinciale ed è incazzata come una belva perché anch’essa si era svegliata con la voglia di champagne lenticchie e cotechino e invece deve stare qua a Cosenza a lavorare o è ormai una battaglia persa in partenza?
​Si accettano suggerimenti su possibili strategie da suggerire al “comandante/non comandante”.
Ma sì, una strategia c’è: offrire la testa delle verticalizzazioni più farlocche d’Italia in cambio della firma del suo contratto, idea geniale: “annullate quelle, annullate le verticalizzazioni, avrete dato comunque qualcosa alla Funzione Pubblica”… furono le ultime parole del “comandante/non comandante” mentre, alle 14.00, i suoi stessi “sottoposti/non sottoposti” spingevano l’anta del portone lasciandolo fuori dal Palazzo…