Provincia, è il festival degli impresentabili

Domani si vota per l’elezione del presidente e dei consiglieri della Provincia di Cosenza. Saranno solo i sindaci e i consiglieri comunali a poter esprimere la loro preferenza, dalle ore 8 alle 22. Il candidato a presidente è solo uno, Franco Iacucci, sindaco di Aiello Calabro e stretto collaboratore del presidente della Regione, Mario Oliverio.

La situazione interna all’entourage di Palla Palla ha determinato questa scelta. Il resto lo hanno fatto i compagni di merende del centrodestra che non sono riusciti a presentare un candidato ma tanto lo sanno tutti che dalle nostre parti il sistema di potere è unico.

Le liste in corsa sono invece sette: “Provincia Democratica”, “Insieme per la Provincia”, “Italia del Meridione”, “Nuova Provincia”, “Cosenza azzurra”, “La Provincia che vuoi” e “Il coraggio di cambiare”.

E’ il festival degli impresentabili.

La lettura delle liste presentate per le elezioni provinciali è piena di personaggi che definire borderline è poco e che, tuttavia, stanno lì, pronti a gestire potere.

In quella del PD campeggia il nome del sindaco di Amantea Monica Sabatino, indagata per voto di scambio per una vicenda legata al ruolo del padre in campagna elettorale. Ma c’è anche Marco Ambrogio, giovane impresentabile cosentino, straordinario nel fare da stampella al sindaco Occhiuto. E da Rossano Antonio Micciullo, il “re” del patronato e l’inventore del “voto romeno” in riva allo Ionio. Quello dei furgoncini nove posti affittati per i giorni del voto.

Non mancano “professionisti” del calibro di Lucantonio Nicoletti da Bisignano, componente del celeberrimo trio insieme all’onnipresente Ferdinando Aiello e al comunista col culo degli altri per definizione, Giuseppe Giudiceandrea.

E di Luca Morrone, figlio di Ennio il mammasantissima, che ha ormai completato il suo ennesimo reinserimento nel centrosinistra. E che dire di Giulio Serra, sì proprio lui l’immarcescibile Giulio, “santificato” anche da Stella nelle sue vesti di trasformista e fresco reduce dall’inserimento della figlia e della nipote nel famigerato elenco dei falsi precari all’ASP di Cosenza.

Si passa poi a Roberto Pizzuti alias reuccio di pezza, sindaco di San Lucido con una gestione del potere a dir poco disinvolta ed arrogante. E ai “cosentini” Lino Di Nardo e Sergio Del Giudice ovvero occhiutiani della prima e dell’ultima ora. Con tutto ciò che ne consegue.

Mentre, spostandoci sul versante del Cinghiale, ecco servite Maria Pia Serranò, moglie del leggendario braccio destro del Cinghiale a Paola, ovvero Lucio Sbano, e Antonella Leone, sindaco di Pedivigliano, già balzata agli onori della cronaca per i suoi incarichi legali all’ASP di Cosenza.

Per completare il quadro, non possiamo dimenticare il generale Giuseppe Graziano e Orlandino Greco che ispirano due liste di avventurieri. Il consigliere regionale eletto con Forza Italia ma che si è accordato col PD per eleggere il sindaco di Rossano è uno degli esempi più tipici del trasformismo politico e della malapolitica in generale.

L’ex sindaco di Castrolibero è finito nel tritacarne delle inchieste della DDA e proprio il 2 febbraio si discuterà il ricorso di Gratteri che lo vorrebbe arrestare.

Vedremo quanti tra questi nominati e quanti delle liste dei due consiglieri regionali saranno eletti dopo questa ennesima farsa.