Provincia, il clan Occhiuto non si rassegna ma deve abbandonare la “casa”

Nel clan Occhiuto (inteso come aggregazione, come il clan di Adriano Celentano, per esempio) probabilmente non si aspettavano che il Consiglio di Stato facesse marcia indietro e dichiarasse decaduto Mariuccio bello dalla carica di presidente della Provincia.

Del resto, la sospensiva ottenuta da “Benedettone” (per via della mole) Carratelli, che aveva clamorosamente fatto tornare al suo posto Occhiuto dopo la prima sentenza, autorizzava ad essere quantomeno ottimisti. Ma ieri notte è arrivata la mazzata e adesso il “clan” sta cercando un modo per uscirne, insomma per provare ancora a mistificare la realtà. Anche se siamo davanti all’evidenza di una sentenza, loro ci provano: negare sempre.

Prima di arrivare ad una dichiarazione pubblica, tuttavia, stavolta quelli del clan Occhiuto sono un po’ più prudenti e allora mandano in avanscoperta i media “lecchini” per verificare se le cazzate che gli fanno scrivere vengono prese per quello che sono o hanno un minimo di attendibilità.

Cominciamo dalla prima.

Il clan fa scrivere al più gonzo di tutti che Occhiuto “… nel frattempo (cioè mentre il Consiglio di Stato decideva) si è reinsediato a Palazzo dei Bruzi come sindaco e quindi, grazie ad un articolo dello Statuto della Provincia, che garantisce una clausola di salvaguardia a presidente e consiglieri in caso di rielezione pur a distanza di mesi, come avviene in caso di scioglimento anticipato, è tornato alla guida dell’ente…”.

E commentando la sentenza: “… Una decisione che rimette la Provincia nel caos perché la sentenza è applicabile nella vacatio ma ora che Occhiuto è di nuovo sindaco non si capisce chi e come guiderà la Provincia. Di sicuro è una situazione di cavilli legali che avrà ulteriori sviluppi…”.

LO STATUTO NON SI APPLICA: LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI COSENZA

Niente di più falso. Lo Statuto della Provincia esiste, è chiaro, ma questa è una vicenda già analizzata dal Tribunale di Cosenza, che ha già ampiamente dichiarato, per la precisione il 15 giugno scorso, che non si può applicare per questo tipo di questioni. E lo ha fatto dichiarando senza possibilità di equivoci la decadenza del consigliere Lino Di Nardo dando ragione al ricorrente, il sindaco di Paola Basilio Ferrari.

Ferrari, primo dei non eletti, ha inoltrato ricorso all’indomani delle dimissioni dei 17 consiglieri comunali di Cosenza che hanno determinato la decadenza di Occhiuto dalla carica di sindaco e quindi anche da presidente della Provincia e per tutti i consiglieri provinciali.

“… La Provincia di Cosenza e Lino Di Nardo – si legge nella sentenza del Tribunale di Cosenza – eccepivano l’infondatezza del ricorso in quanto, ai sensi dell’art. 37 comma 4 dello Statuto della Provincia di Cosenza non si considera cessato dalla carica il consigliere decaduto a seguito dello scioglimento anticipato del consiglio comunale di cui fa parte, rieletto sindaco o consigliere in un comune della provincia nella prima consultazione utile…”.

Ma il Tribunale di Cosenza smonta lo Statuto e spiega perché il ricordo di Ferrari è fondato e le argomentazioni del clan Occhiuto sono false.

primaaaaa

due

tre

quattro

Insomma, questa parte dello Statuto non è applicabile e c’è già una sentenza del Tribunale che lo stabilisce.

LA FASE CAUTELARE

L’altro disperato tentativo che il clan Occhiuto fa scrivere ai suoi media di riferimento riguarda la fase cautelare della sentenza.

A tale proposito, giova ricordare che le sentenze di primo grado non sospese del Consiglio di Stato sono tutte esecutive. Anche perché se ci sarà il merito ancora non si capisce e comunque non arriverà certo a breve.

Nel frattempo, Occhiuto e il suo clan devono allontanarsi dalla Provincia e questo potrebbe riaprire la strada al consigliere anziano Graziano Di Natale. Potrebbe essere lui il “nuovo” presidente dell’ente. In attesa che vengano indette le nuove elezioni.

Per dirla in termini più consoni ad Occhiuto ed ai suoi prodi, che capiscono soprattutto #casting e #reality show: signori, dovete abbandonare la “casa”. Del “Grande Fratello” o della Provincia è l’identica cosa.

Basta che la abbandonate!!!