Redditi record, il Ponte d’oro di Ciucci e Recchi

Redditi record: il Ponte d’oro di Ciucci e Recchi
di Ilaria Proietti
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Il Ponte non c’è e forse mai ci sarà. Ma intanto il banco vince sempre, almeno a guardare i redditi alla Stretto di Messina spa specie per i vertici della società rappresentati in particolare da Pietro Cucci, l’uomo del Ponte per volere di Silvio Berlusconi poi richiamato dal governo Meloni al comando quando è stato deciso di togliere il progetto dalla naftalina. E ora? Corte dei Conti o meno, ritardi e slittamenti che ormai hanno reso leggendarie anche le prime pietre annunciate da Matteo Salvini, intanto corrono gli stipendi, come da tradizione. Basta guardare quelli nei ruoli apicali della società, per tacere degli emolumenti per i dirigenti convinti a farsi distaccare nella Spa da Anas, dove non esiste il tetto agli stipendi che ha afflitto altrove l’alta dirigenza pubblica. Ma ovviamente il meglio è per il gran boiardo di Stato Ciucci.

Per l’amministratore delegato Ciucci il 730 del 2025 è da leccarsi i baffi: il suo reddito complessivo nell’anno fiscale 2024 ha sfondato quota 655 mila euro, di cui 296 mila euro di redditi da lavoro ossia gli emolumenti percepiti dalla società del Ponte che cumula ai 358 mila di pensione. Il che è possibile grazie a un blitz agostano nel 2023 al decreto Asset: una norma approvata per cancellare la regola che fino ad allora vietava il cumulo rendendo impossibile tornare a riconoscere anche il meritato stipendio a Ciucci pensionato d’oro dell’Anas.

Un bel regalo, certo. Ma nulla di paragonabile a quello che Ciucci si era fatto da solo in Anas compiendo addirittura un miracolo: anni fa quando era presidente e amministratore delegato del gruppo pubblico delle strade, nell’estate 2013, era andato in pensione come direttore generale rimanendo però ben saldo sulle altre due poltrone. Non prima di aver attribuito a se stesso una buonuscita di 1,8 milioni comprensiva di “indennità di risoluzione senza preavviso”.

Tornando alla Stretto di Messina spa, nel 2025 non è magro nemmeno il bottino del presidente Recchi che pensionato non è e continua a fatturare alla grande, anche se Ciucci quanto a redditi gli fa ciaone.

Recchi presidente della Stretto di Messina Spa e in passato top manager di realtà come Eni e Telecom è diciamo così, meno fortunato di Ciucci visto che il suo reddito complessivo si avvicina “solo” ai 500 mila euro. Ma dalla sua dichiarazione fiscale si evince che il ponte per lui è una sorta di dopolavoro: il grosso lo fattura diversificando. Dal suo 730 emerge che ha all’attivo due contratti a tempo determinato che gli fruttano rispettivamente 64 mila e 71 mila euro, ma nel 2024 ha anche fatturato altri 187 mila a titolo di compensi derivanti da attività professionale (o artistica), mentre un’ulteriore fonte di reddito è quella da attività di locazione a breve termine: un immobile gli ha fruttato 110 mila euro, un altro 58 mila. Nel 2024 ha sostenuto spese di ristrutturazione per la bellezza di 96 mila euro. In compenso del ponte di Messina non è stato piantato neppure un chiodo.