«Penso che il quorum sia vicino». Il segretario della Cgil Maurizio Landini mostra ottimismo al suo arrivo in piazza San Babila a Milano per il presidio contro il Remigration summit di Gallarate. «Man mano che la gente sa che c’è il referendum capisce che questo è un voto non per questo o quel partito – ha detto Landini – ma per cancellare delle leggi balorde e per riaffermare per milioni di persone i diritti che non hanno». La sensazione di Landini deve essere condivisa se negli ultimi due giorni si sono affastellati gli appelli, in senso opposto, dei renziani. I difensori di quella stagione di demolizione dei diritti dei lavoratori, Teresa Bellanova, Davide Faraone, Filippo Sensi, Mario Lavia, ieri occhieggiavano da pagine di giornale e spazi tv per prevedere ogni nefasta conseguenza dall’abolizione della loro legge feticcio.
IN QUESTO SOSTENUTI dal governo. L’indicazione di boicottare i quesiti ha messo in imbarazzo il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, che ha dovuto abbozzare: l’invito all’astensione, ha detto è «legittimo in democrazia, io non faccio appelli, sono il ministro dell’Interno e devo disciplinare l’esercizio del diritto di voto, ci penserò se andare a votare, decido sempre alla fine». A Piantedosi, Ignazio La Russa e al resto dell’esecutivo ha risposto indirettamente il segretario della Cgil: «Penso che gli inviti a non andare a votare facciano del male a chi li fa: sono controproducenti oltre ad essere pericolosi».
SE UNA PARTE DEL PD è ancora vicina alle posizioni dell’ex premier Matteo Renzi, la segretaria del partito, Elly Schlein, va invece dritta per la sua strada. «Siamo un paese fondato sul lavoro, dice la Costituzione, non sul lavoro precario o povero, sullo sfruttamento, sul caporalato – ha detto ospite dell’assemblea nazionale della Fillea Cgil a Brescia -. Ribadiamo il nostro impegno a contrastare la precarietà e lo sfruttamento anche attraverso i referendum». Schlein ha confermato la mobilitazione dei dem per portare la gente alle urne e ha annunciato che una serie di presidi sotto le sedi regionali Rai si terranno domani «per contestare l’oscuramento dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno». «I cittadini meritano una piena informazione su questa opportunità di incidere con il loro voto per cambiare le leggi», ha spiegato la segretaria dem. L’assemblea della Fillea, alla quale ha partecipato anche l’europarlamentare e sindaco di Riace Mimmo Lucano, ha tenuto al centro il ruolo dei lavoratori migranti nell’edilizia, che, per avere un giusto contratto, hanno bisogno per prima cosa della cittadinanza. «La sfida più grande è riuscire ad attraversare il mare dell’astensionismo», ha affermato il segretario generale del sindacato degli edili, Antonio Di Franco.
UN’OCCUPAZIONE simbolica della Rai di Milano si è tenuta anche ieri, organizzata dal centro sociale il Cantiere e dai collettivi studenteschi. «Sappiamo tutto su come si elegge un papa ma non come si voterà al prossimo referendum che potrebbe cambiare la vita a moltissimi di noi», hanno detto i manifestanti. Anche i sindaci si stanno mobilitando. «Con tanti amministratori lanceremo un appello al voto perché il referendum non venga boicottato», ha anticipato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.
MENTRE DOMANI SERA, a Roma, si terrà la “Maratona contro l’astensionismo: il voto è libertà!” con le realtà associative, forze politiche, istituzioni, esponenti della cultura e dello spettacolo che hanno aderito all’appello lanciato dalla Cgil a difesa del diritto di voto.