Fonte: Il Fatto Quotidiano
Sono già più di 50mila le firme raccolte per la richiesta di referendum sulla separazione delle carriere. L’obiettivo delle 500mila sottoscrizioni entro fine gennaio è lontano, ma si può certamente parlare di una partenza sprint se si considera che la petizione è stata aperta nei giorni delle feste di Natale.
La petizione nasce su input di 15 giuristi, di cui è portavoce Carlo Guglielmi, storico avvocato dei sindacati di base. Nonostante le richieste di referendum già presentate per via parlamentare dalla maggioranza, infatti, il gruppo ha deciso di attivare un’iniziativa parallela depositando una richiesta di referendum popolare. In questo modo si potrebbe neutralizzare l’intenzione del governo di anticipare la data Non avendo a disposizione cinque consigli regionali, serve dunque raccogliere mezzo milione di firme. “Ritengo questa raccolta delle firme utile e sinergica rispetto alla nostra iniziativa, tanto è vero che anche io ho firmato”, ha detto Giovanni Bachelet, presidente del Comitato per il No al referendum, che all’inizio non aveva rilanciato la petizione. “Il 10 gennaio faremo la prima iniziativa in cui inviteremo tutti i cittadini ma anche i partiti e gli altri comitati che condividono la nostra battaglia nel voler mantenere l’unitarietà della magistratura”, aggiunge il giurista, alla guida di un Comitato in cui sono confluite varie associazioni: Cgil, Arci, Acli, Anpi, Libera, Articolo 21. Alla domanda su un possibile “blitz” del governo per anticipare il voto del referendum, Bachelet risponde: “Forse ha paura del voto e non vuole che i cittadini siano informati, ma confido che alla fine la decisione sarà equilibrata”.
Conte: “Diamo un segnale contro la riforma”
A sostegno della riforma si schierano anche i leader dell’opposizione, a partire da Giuseppe Conte, che – come anticipato dal Fatto – è sceso in campo direttamente. “Dobbiamo dare un segnale contro la riforma Nordio che non serve alla giustizia ma solo a proteggere la casta dei politici e renderla ancora più intoccabile. Servono 500 mila firme: sono tante in così poco tempo ma sta a noi partecipare. Due minuti del vostro tempo tempo per dire che non ci stiamo a questa riforma, ai tentativi di accelerare i tempi dei referendum per non permettere al fronte del No di informare i cittadini e crescere mentre tanti media in mano alla propaganda del Governo continuano a diffondere notizie false sui contenuti e le conseguenze di questa riforma”, ha scritto il leader del Movimento 5 stelle sui social. “Al ministro Nordio – ha aggiunto l’ex premier – è scappata in due occasioni la verità su questa legge: non serve a migliorare la giustizia, serve a far stare più riparati e tranquilli governi e politici di ogni schieramento rispetto alle inchieste e all’operato della giustizia. Partecipiamo,firmiamo,votiamo”.









