Referendum, Renzi ha paura e promuove Palla Palla e De Luca commissari della sanità. VOTIAMO TUTTI NO!

A volte la realtà ha il pregio della chiarezza. Persino in politica, dove di regola ogni parola è doppia, tripla o anche peggio.

Stavolta no, è tutto semplice: Matteo Renzi deve ripagare l’impegno “pancia a terra” per il Sì al referendum del presidente della Campania Vincenzo De Luca (e del meno pittoresco omologo calabrese Mario Oliverio alias Palla Palla) e proprio in queste ore ha fatto il blitz nonostante la tentennante opposizione della ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

La materia su cui avviene lo scambio, com’è intuibile, è la sanità, che – giova ricordarlo – rappresenta più di due terzi dei bilanci delle Regioni, specialmente in Calabria.

Ecco, capita che la sanità in Campania e Calabria sia ad oggi commissariata dal governo. E non solo i conti e l’efficienza delle due regioni nel garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza) sono sotto stretto controllo, ma – grazie a una legge del 2014 voluta da Renzi – i commissari alla sanità non possono più essere i governatori, ma tecnici provenienti da un’altra regione.

Quello campano, per dire, è stato nominato dal governo neanche un anno fa: si chiama Joseph Polimeni e viene dalla Asl di Lucca. Stesso discorso per la Calabria, affidata nel marzo 2015 a Massimo Scura, che aveva lavorato a Livorno e Siena. Il renziano Federico Gelli, responsabile salute del Pd, all’epoca si vantava a mezzo stampa del cambiamento e avvisava quelli di Napoli e dintorni: basta presidenti di Regione a fare i commissari, in Campania cambierà musica.

Sembra passato un secolo, ora la separazione dei ruoli non si porta più: forse anche perché, nel frattempo, entrambe le regioni sono passate al Pd e i nuovi governatori si sono rivelati così utili nella battaglia referendaria del premier. Sabato, per dire, Renzi se n’è andato a Caserta con De Luca e ha buttato lì: “Dobbiamo uscire dal commissariamento e stiamo lavorando perché questo accada in un arco di tempo molto rapido”.

In Calabria invece ha mandato quella sgallettata della Boschi, con tutto il codazzo garantito dai ben noti papponi del Pd calabrese.

Intanto che si esce, nella legge di Bilancio in discussione alla Camera è stato presentato e approvato un emendamento che risolve il problema: lo firmano la segretaria Pd campana Assunta Tartaglione e altri dieci deputati della Regione. Il contenuto è semplice: si elimina il divieto per i governatori di fare anche i commissari alla Sanità voluto dal governo Renzi.

Tradotto in soldoni: Renzi ha una paura matta che il referendum lo vinca il NO, ha letto i sondaggi disastrosi in Campania e in Calabria e si è deciso a fare questa mossa.

Ora la parola passa ai calabresi: se Oliverio fa il commissario della sanità, per tutti noi è finita. Nel senso che daremo in mano tutti i milioni della sanità a Palla Palla, Madame Fifì e compagnia. Il commissario Scura, in un certo senso, ancora oggi fa da equilibrio tra i ladroni del PD e quelli del Cinghiale (ai quali risponde in prima battuta), che comunque si stanno fottendo tutti i soldi della sanità.

Beninteso, non crediate che litighino davvero: giocano tutti per la stessa squadra. Renzi vuole solo evitare che qualcuno faccia il furbo e non offre alibi a nessuno arrivando a cedergli persino tutta la sanità.

L’unico modo per mettergliela in quel posto, SIA AL PD SIA AI CINGHIALI è VOTARE NO AL REFERENDUM.

Speriamo che lo capiscano tutti.