A vent’anni esatti dalla tragica scomparsa di Franco Fortugno, un gruppo di amici, ex colleghi e amministratori locali si è riunito nei giorni scorsi a Reggio Calabria, insieme al figlio Giuseppe, per onorare la memoria e riflettere sull’eredità politica che ha lasciato.
Franco Fortugno, figura di spicco della Margherita e primo degli eletti in provincia di Reggio al Consiglio Regionale della Calabria, fu vittima della ‘ndrangheta, un sacrificio che, come sottolineato dai presenti, non può e non deve essere dimenticato.
La figura di Franco Fortugno è stata ricordata come un esempio di politica fatta di rispetto, di coesione e di servizio ai cittadini. Il suo successo elettorale nella Margherita, definito “straordinario”, testimoniava la sua unica capacità di unire le persone e di rappresentare un approccio pragmatico e inclusivo alla politica di centrosinistra.
“Anime nere hanno voluto annientare un intero gruppo politico,” è stato affermato con forza, riconoscendo che Franco è stato ucciso proprio per la forza che esprimeva e la sua capacità di aggregare. I partecipanti all’incontro hanno espresso il rammarico per la dispersione di quel “capitale umano” e politico che Franco aveva saputo costruire.
Si è lamentata, in particolare, la successiva “fusione a freddo” con altre forze politiche che, a detta degli ex colleghi, ha alienato molti moderati e disperso energie e speranze, lasciando il gruppo di Franco “traumatizzato due volte”: dalla sua morte e dal successivo smarrimento politico.
È stata anche mossa una critica diretta: “Un partito come il Pd ha dimenticato il sacrificio di Franco Fortugno. Quel partito avrebbe dovuto avere come simbolo Palazzo Nieddu di Locri, dove fu ammazzato Franco, con la macchia di sangue e il nome di Franco Fortugno impresso”.
Non è giusto che la famiglia e gli amici di Franco “continuino a subire sacrifici politici. Essi dovrebbero essere considerati incondizionatamente all’interno del partito, per il quale Franco ha offerto un tributo così grande.
Il ritrovo assume un duplice significato. In primo luogo, la memoria di Franco continua a unire, spronando a un ritorno a una politica fatta con rispetto delle regole e senza “inutili e dannose guerre intestine”.
“Il seme di Franco si sta tramutando in germoglio”, è stato dichiarato, annunciando l’intenzione di dare vita a una nuova forza politica, importante per il territorio, che incami i valori di Fortugno.
In secondo luogo, spiega una nota, è stato ribadito “il diritto-dovere del gruppo che ha condiviso idee e valori con Franco di tornare a fare politica, portando avanti la sua eredità e riaffermando il valore delle relazioni umane e della lealtà”. Si è sottolineata “la necessità di sensibilizzare e riportare al voto quella parte di elettorato apatica con la politica, assente alle urne, restituendo fiducia e partecipazione”.
“Non possiamo permettere che la sua eredità venga dispersa o, peggio ancora, dimenticata”, è stato il forte messaggio lanciato. E stato ribadito l’appello affinché la politica non dimentichi il sacrificio di un “galantuomo ucciso dalla mafia per i suoi ideali” e il danno subito dalla sua famiglia e dai suoi amici. Dimenticare, è stato affermato, equivarrebbe a “ucciderlo due volte”.
Il gruppo di amici, amministratori e politici reggini, un tempo punto di riferimento riconosciuto anche a livello nazionale, auspica che questo ritrovo possa essere il punto di partenza per ridare dignità politica a una realtà spazzata via vent’anni fa da una mano assassina.
“È tempo di onorare Franco non solo con le parole, ma con i fatti”, hanno concluso, auspicando che la sua memoria ravvivi il legame profondo che li univa a lui e ispiri un nuovo slancio politico. Il gruppo si aggiornerà presto.
Nell’immediato, sarà costituita un’associazione intitolata a Franco per preparare gli eventi commemorativi del ventennale, che si terranno il 16 ottobre a Locri. L’associazione comunicherà “la prossima tappa sul territorio provinciale, dove incontrerà altri amici del nostro caro Franco”.