All’Asp5 di Reggio Calabria per avere il buono pasto si paga anche il pizzo
Con la presente si vuole portare alla luce l’ingiustizie che subiscono gli operatori del 118 reggino che fino a qualche tempo fa durante il Covid erano chiamati eroi adesso invece vengono considerati l’ultima ruota del carro di un sistema sanitario allo sbando. Il nostro caro presidente e commissario alla sanità Mario Occhiuto che sempre fa proclami parlando di sanità calabrese poco attrattiva per i medici e che bisogna renderla attrattiva mettendo una pezza con i medici cubani che tra l’altro poveracci sono sotto caporalato del governo cubano che pretende da loro la restituzione di 3/4 dello stipendio percepito. A questi medici viene pagato vitto, alloggio e anche il volo A/R delle ferie e tra l’altro la polizza obbligatoria civile.
Ai medici italiani invece non solo non viene pagata la polizza e devono pagarla di tasca propria né tantomeno figuriamoci il volo in caso di ferie, ma non gli viene neanche pagata un’ora di straordinario effettuato! Si avete capito bene, nonostante la carenza di medici sulle ambulanze e tutti i proclami i medici di Reggio Calabria non possono effettuare straordinario ne tanto meno vengono attivati quando si potrebbe in reperibilità per sopperire alle grandi carenze di organico di personale. Quindi quando di notte o un festivo un’ambulanza arriva senza medico le persone che si chiedono come mai..
Ecco svelato il perchè! Altro paradosso: a tutto il personale in servizio sull’emergenza del 118 per avere un semplice buono pasto da fame di 5,16€ al quale viene ulteriormente detratto dalla busta paga anche 1€ come contributo, vengono altresì detratti 30 minuti dall’orario di lavoro senza neanche poter fare una pausa pranzo, e questi minuti andranno anche recuperati!!.
Ma vi immaginate gli operatori di un’ ambulanza se si possono fermare 30 minuti per consumare un pasto! Quindi riepilogando buono pasto di 5,16 €- 1€ di trattenuta= 4,16€ + decurtazione di 30 minuti (che quantificati in denaro sono circa 10-12 €) fate un po’ voi i conti. Praticamente l’azienda paradossalmente guadagna sul buono pasto che tra l’altro è deducibile per lo stesso datore di lavoro. Tutta questa situazione è ben nota a tutti i sindacati che come accade spesso si girano dall’altra parte per conservare i loro privilegi o quelli futuri che verranno.
Caro presidente, ecco perché nessun medico serio e con una dignità vuole venire a lavorare in Calabria e soprattutto al 118, i concorsi da lei banditi rimangono deserti, perché oltre alle belle parole rimangono solo macerie (gestite da dirigenti utili idioti) dove non solo un professionista non viene retribuito e apprezzato come si dovrebbe ma perde la propria dignità e a volte anche la passione per il proprio lavoro.
Caro presidente, se ha tempo e ci tiene veramente a migliorare la sanità calabrese chiami il Direttore Generale Dottoressa Di Furia da lei nominata che si erge come colei che può e non deve dare conto a nessuno né ai sindacati né tantomeno ai dipendenti e chieda il perché di questo e altro schifo accade presso l’ASP 5 di Reggio Calabria.
Lettera firmata