Caccia ai banditi, ricostruzione dell’irruzione criminale e delle contestuali mansioni dei malviventi e della via di fuga, interrogatori delle guardie giurate assalite, aggredite e derubate, approfondimento su eventuali ruoli di complici, basisti e talpe. Sono numerosi, e tutti al momento come un gigantesco rompicapo, i fronti investigativi inerenti l’assalto al furgone portavalori dell’alba di lunedì, quando sull’autostrada “Salerno-Reggio Calabria, nel tratto tra gli svincoli di Scilla e Bagnara, all’ingresso e all’interno della galleria “Vardaru”, è stata consumata una rapina shock dal bottino milionario. Due milioni di euro, secondo la prima stima degli inquirenti, sono stati portati via dal commando di criminali. Una parte dei soldi sarebbe andata distrutta durante l’esplosione dello sportellone posteriore del furgone della “Sicurtransport”.
Tutta la vicenda è letteralmente blindata da procura e squadra mobile di Reggio, che ha preso in mano le indagini. Il giorno dopo sul taccuino degli investigatori c’è una caterva di appunti. Tra cui anche una marea di foto, video, rilievi tecnici, i primi verbali di interrogatori. Si procede passo dopo passo, partendo dalla convinzione, condivisa da chiunque, che in azione sia entrata una banda di professionisti del crimine. Almeno dieci in campo: chi ha impugnato fucili e kalashnikov sventolandoli all’indirizzo dei vigilantes, chi ha fatto esplodere le portiere del furgone razziando i sacchi pieni di banconote, ma anche chi alle spalle sistemava di traverso due autovetture per stroncare l’arrivo delle forze di polizia.
Gente espertissima, abituata a programmare, studiare ed eseguire colpi di questa tipologia. Ed è il primo dato è che su questa tipologia di azioni criminali non ci sia una competenza territoriale. Potrebbero essere reggini come potrebbero essere di qualsiasi altra località o provenienza.
Molti i dubbi, secondo chi è avvezzo ad occuparsi di questo fronte del crimine, dietro la rapina da 2 milioni di euro c’è la ‘ndrangheta. Personaggi vicini ai clan o riconducibili a contesti mafiosi. Tutto è sotto la lente di ingrandimento di magistrati e poliziotti, nulla è escluso a priori… Fonte: Gazzetta del Sud









