Così il neo procuratore Giovanni Bombardieri spiega il modus operandi dell’organizzazione dedita alla cattura ed al commercio, su territorio nazionale e all’estero, di avifauna selvatica protetta e particolarmente protetta dalla Convenzione di Berna.
Le otto persone, soggette a custodia cautelare, sono indiziate per il reato di associazione per delinquere e per essersi stabilmente associati allo scopo di commettere una serie indeterminata di reati ma anche per reati di uccisione e maltrattamento animali e per aver con crudeltà e senza necessità sottoposto gli animali oggetto di compravendita a sevizie, comportamenti insopportabili per le loro condizioni etologiche e, in alcuni casi, ne hanno provocato la morte.
“Le indagini hanno accertato che i bracconieri dediti alla cattura indiscriminata di migliaia di volatili in aree boschive della Calabria, avevano organizzato una filiera illegale per il libero commercio degli esemplari vivi, venduti in Italia e all’Estero, sviluppando anche autonomi canali di distribuzione di uccellagione morta destinata ai ristoranti del Nord Italia, in particolare, nelle regione del Veneto e della Lombardia – afferma il procuratore Bombardieri –. Non si è trattato del singolo episodio di bracconaggio ma di intensa attività di un gruppo di persone, una vera e propria organizzazione criminale, con proiezione transnazionale, che prevedeva sia una fase di raccolta degli animali che di smistamento di questi. Solo nel 2016, sono stati posti sotto sequestro circa 13 mila esemplari di avifauna protetta, viva e morta, e il volume d’affari generato sul mercato dall’attività criminosa per gli esemplari posti in commercio, è di circa un milione di euro annui”.
I NOMI DEGLI INDAGATI
- REPACI Francesco, cl. 48;
- REPACI Pasquale, cl. 77;
- GAGLIOSTRO Giuseppe; cl. 63
- BARILLA’ Angelo, cl. 72;
- COSTANTINO Rocco, cl. 58;
- PORPIGLIA Giovanni, cl. 91;
- LABATE Demetrio, cl. 57;
- SICLARI Domenica, cl. 59,