Cinque condanne per il crac finanziario della storica casa di cura reggina “Villa Aurora” di Reggio Calabria.
Il Tribunale collegiale (presidente Fabio Lauria) ha accolto la tesi accusatoria e le conseguenti richieste avanzate del Pubblico ministero ed ha disposto la condanna di Pietro Domenico Mangiapelo (5 anni), Alessando Casinelli (6 anni), Francesco Margiotta (4 anni e sei mesi), Marco Petricca (3 anni e sei mesi) e Giuseppe Musto (3 anni). Nei confronti della sesta persona sul banco degli imputati – Antonio Iero – i Giudici hanno disposto il «non doversi procedere per intervenuta prescrizione». Il Tribunale, che ha indicato nei tradizionali 90 giorni «il termine per il deposito della motivazione» ha inoltre rigettato «la richiesta di conversione del sequestro preventivo in sequestro conservativo avanzata dal Pubblico ministero» e disposto il dissequestro «e la restituzione agli aventi diritto di quanto in giudiziale sequestro».
Tra le condanne al risarcimento dei danni alle parti civili costituitesi in giudizio anche quella di Marco Petricca a favore di Alessandro Casinelli «da liquidarsi in separata sede vivile».
Cinque condanne in primo grado nonostante già un sede di requisitoria fosse caduta anche l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, il cuore dell’accusa, e reati secondari, che vanno ad aggiungersi alle assoluzioni parziali e alle prescrizioni di reati secondari disposte dallo stesso Collegio.
Il processo, ed il conseguente dibattimento (altre due posizioni nel parallelo giudizio con il rio abbreviato sono state definite con altrettante condanne), è stata la conseguenza dell’inchiesta nata per fare luce sulle diverse scelte imprenditoriali e l’altrettanto diversificata conduzione manageriale-amministrativa per gli ex amministratori e componenti il consiglio di amministrazione della casa di cura “Villa Aurora”.